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Joe Ely – Happy Songs From Rattlenesnake Gulch
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After the finish of his contract with MCA and after a little stint with Rounder, Joe Ely becomes th discographer of himself with his label Rack'Em. In this year he release two album one composed of new songs, titled Happy Songs From Rattlenesnake Gulch and the second one that contains unreleased song re-recorded recently. Texas maverick Ely will never top his own Honky Tonk Masquerade but his voice and his songs make us dream. Alla fine ha mollato anche Joe Ely, andandosi ad aggiungere a quella lunga schiera di cantautori che hanno deciso di affrancarsi dalle case discografiche e si sono resi indipendenti. Chiusa la parentesi con la Rounder che aveva fruttato l’interlocutorio Street of Sin, e messosi da tempo alle spalle il contratto con la MCA, Joe Ely ha fondato un’etichetta tutta sua la Rack’Em, per assecondare a pieno il suo desiderio di fare musica e parallelamente di non essere vincolato ad impegni discografici. Ciò gli ha permesso di seguire anche il progetto Bonfire of Roadmaps, un libro nato in collaborazione con l’University Of Texas e che raccoglie pensieri e scritti tratti dalle tante esperienze on the road di Joe. Ad inaugurare il catalogo della Rack’Em è stato qualche mese fa Happy Songs from Rattlesnake Gulch, disco composto da brani inediti composti negl’ultimi mesi dello scorso anno. Il disco, fatta eccezione di qualche brano veramente buono, non è ai livelli della grande produzione di Joe Ely ma sembra piuttosto una raccolta di scarti e avanzi da dischi come Dig All Night e Love And Danger. Sin dalla sarcastica Baby Needs a New Pair of Shoes, dove Ely lancia la sua invettiva contro la gestione dell’emergenza per l’uragano Katrina, al finale con So You Wanna Be Rich? e River Fever, si ha la sensazione che Joe Ely abbia mancato il suo obbiettivo rimanendo impantanato nella solita solfa country rock. Il disco soffre in generale della presenza di arrangiamenti troppo ricchi (sei chitarristi compreso il grande David Grossom), che non fanno bene al songwriting di Ely ma anche di una latente disomogeneità. Certo alcuni brani come Sue Me Sue, che richiama da vicino i fasti di Doug Sam con il suo andamento rock tex mex, la bella border ballad Little Blossom e il lento blues di July Blues, girano alla grande ma ci sembra davvero molto poco per uno che con dischi come Honky Tonk Masquerade ha scritto pagine memorabili della musica americana. Il discorso è completamente differente per quello che riguarda invece Silver City, disco pubblicato più recentemente e che raccoglie brani composti agli inizi della sua carriera ma mai apparsi in nessuno disco ufficiale o interpretati da altri artisti, reincisi in chiave completamente acustica con il contributo preziosissimo del grande Joel Guzman alla fisarmonica. Questo disco inaugura una speciale serie composta da diciotto album, denominata “Pearls From Vault” che conterranno inediti, rarità e altri brani mai pubblicati e che vedrà la pubblicazione nel corso dei prossimi ani. Nel disco trovano posto brani già noti ai più accaniti fans del texano come Indian Cowboy, già apparsa in una raccolta di Broadcast della KGSR di Austin, Wounded Knee che era la versione embrionale di Row Of Dominoes e Drivin’ Cross Russia sulla cui melodia è nata poi Me And Billy The Kid, o ancora la title track che era parte dell’ottimo Lord Of Highway del 1987. I dieci brani di Silver City colgono nel segno, e là dove Happy Songs From Rattlesnake Gulch risultava disomogeneo e privo di ispirazione, questo disco emoziona e si candida come uno dei più intensi di sempre della produzione di Ely. La sua voce, le sue ballate di frontiera, il suo afflato rock, sembrano essere tornati quelli di un tempo e persino una filastrocca come Windy Windy Windy sembra trovare il suo senso al fianco di veri e propri capolavori come la conclusiva Billy Boy, una border ballad cinematografica dal fascino incredibile. Salvatore Esposito |
Track list Happy Songs from Rattlesnake Gulch 1. Baby Needs A New Pair Of Shoes Silver City 1. Silver City |
