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Priestbird – In your time
(Kemado Records)
www.myspace.com/priestbird

The psycho-chamber trio Tarantula AD change identity and turn into Priestbird. It is difficult to understand what compelled them to change, but they still sound great

Nati qualche anno fa come Tarantula A.D., I Priestbird sono l’ultimo esito dell’ottima formazione americana di alternative psichedelia che oggi cambia volto e nome e si presenta al pubblico con un nuovo album di debutto, tanto bello quanto difficile da spiegare.
Che questo fosse o meno nelle intenzioni della band, il cambio di scena fa scoprire loro il fianco a inevitabili bilanci e confronti, che arrivano dopo che Tarantula A.D. avevano pubblicato un ottimo album di debutto senza darci neanche il tempo di gustarsi un album “della maturità”, o quanto meno un secondo capitolo. Il gruppo Tarantula A.D. ci lascia con un account internet ufficiale sospeso, un my space che rimanda ai nuovi siti dei Priestbird, notizie diffuse nel web che annunciano il loro cambio di identità.
Stando a ciò che ha annunciato il gruppo, l’intenzione è quella di portare avanti con Priestbird un progetto che lasci più spazio alla musica scritta, più costruito e metodico, in grado di mantenere lo stesso mood più a lungo anziché procedere con l’andamento eclettico di Tarantula AD.
Questo anche se “In Your Time” comincia in un modo e finisce in tutt’altro. Comincia con quella che è forse la caratteristica più forte dei neonati Priestbird: estrapolare dagli ex Tarantula AD la capacità di aprire la psichedelia a parentesi hard rock, creando brani a se stanti che guardano a questo genere musicale come l’incipit “Life not lost”, quasi metal. Finisce, invece, più sull’eco psichedelico delle vecchie sonorità.
Priestbird guadagnano un sound più duro, carico, progressive, e perdono quella contaminazione con la musica classica che rimane solo in alcune parentesi di piano solo e quei toni di psichedelia sinfonica per trio che rendevano Tarantula AD unici nel loro genere.
Chi è davvero a guadagnarci in questo cambio è la scrittura. Se il futuro di Priestbird è nella direzione della intensa e meravigliosa Last to know, un brano di alto cantautorato arrangiato con enorme rispetto per la componente strumentale, allora ne è valsa la pena. In Tarantula AD non si capiva che il trio sapeva (anche) scrivere così bene! Ma alla luce di un brano dilatato come è invece Hand that Drowns, che rinuncia a tutta la gamma di suoni dell’ex progetto pur non essendo poi un brano con così tante idee nella scrittura e giocato più sulle dinamiche, le intenzioni programmatiche del gruppo non si capiscono più.
L’altro apice di “In your time” è “Kliminz”, meraviglioso strumentale (ma il più alla Tarantula AD di tutti).
Alla fine del bilancio la motivazione più evidente della trasformazione in Priestbird sembra una: realizzare un album cantato anziché prevalentemente strumentale.
“In your time” è un ottimo album, specialmente nella seconda parte, e dato il talento immenso del trio probabilmente non poteva essere altrimenti. Priestbird sono tre che come cadono, cadono in piedi.
Quello che non si capisce è perché cambiare faccia quando si ha in mano una formazione come Tarantula AD che suona come una piccola orchestra da camera e che si presenta con uno dei profili più originali dell’intera scena indipendente americana, quando invece la nuova componente del sound del gruppo, quella più hard rock, è bella ma tutto sommato non così unica.
In questi casi la ragione fa meglio a piegarsi alle motivazioni ben più forti della creatività di un trio, in ogni caso, fortissimo.


Giulia Nuti

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