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Federica Bosco - Mi piaci da morire
(Newton & Compton, 2005)
www.newtoncompton.com



La vita come un film
The debut novel by the italian writer Federica Moro.The really cute and fashionable story about the 30teens generation,the Bridget Jones Italian side.

Prendete una ragazza italiana single che vive a New York.Fatela convivere con una cantante di colore e con un gay che vuole adottare un bambino.Trovatele un lavoro presso due vecchie zitelle arcigne quanto compassionevoli. Movimentate la sua vita con fidanzati inaffidabili, fino all’arrivo di un rassicurante inglese che regala amore e aiuto editoriale (la ragazza in questione si dedica anche alla scrittura e ce la mette tutta per incontrare il grande Salinger). Aggiungete infine gli immancabili colpi di scena, un po’ di sfortuna che si accompagna bene ai rivolgimenti benevoli del destino, qualche riflessione esistenziale-filosofica sul quotidiano. La morale che fa da filo rosso nella trama è di avere un sogno (o più) e di vivere per realizzarlo. Non manca così nessuno degli ingredienti della commedia di migliore fattura. Ecco la storia di Monica, protagonista di Mi piaci da morire dell’esordiente Federica Bosco. Dalla quarta di copertina scopriamo che l’autrice ha 33 anni, che vive a Firenze, che è follemente innamorata degli States e che si nutre di tv,cinema e gossip.Il suo romanzo vive proprio di questo immaginario e non ci stupisce affatto che Enrico Vanzina pensi già di farne un film.Mi piaci da morire è un romanzo che racconta una generazione per fatti e pensieri molto più di un sondaggio giornalistico, fosse altro perché ce la racconta direttamente dal suo interno. Leggi cuore, passione,cadute e riprese. La storia di Monica è insomma quella di una Bridget Jones in versione italiana sotto tutti gli aspetti. L’innamoramento bruciante, l’ossessione per la dieta, le ubriacature come ipnotico per contrastare le sconfitte, il recupero velocissimo al primo segnale positivo che appare all’orizzonte. Tutto questo attraverso una scrittura agile e briosa, popolare ma niente affatto banale,priva di cadute di tono e contenente la suspence necessaria al racconto.Una scrittura attualmente cinematografica.Buona visione.


Elisabetta Beneforti

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