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Roger Waters - Syd Barrett

Roger Waters
Piazza Napoleone, Lucca 12.07/06




L’ho guardata bene la faccia di Roger Waters su uno dei mille maxi schermi piazzati in Piazza Napoleone a Lucca durante l’esecuzione di Wish You Were Here per vedere se almeno una sola volta una maledetta lacrima solcasse il suo viso di pietra. Ma a parte una espressione del tipo “che cazzo possiamo farci” l’ex Pink Floyd c’è parso solo più arrabbiato con la vita e con la sorte del solito e se non fosse stato per le molte immagine del caro Syd Barrett , sarebbe stato business as usual.
Su temi così delicati di solito il bassista inglese di solito non ama scherzare e per quanto era accaduto negli ultimi giorni – fino alla notizia ufficiale della scomparsa di Syd, data in tempo utile affinché ognuno dei quattro Pink Floyd potesse somatizzare in separata sede – il concerto di Lucca si andava profilando come una data difficile but the show must go on e per Roger che è solito animare le sue canzoni di ombre e fantasmi, questa sera tutti quelli che aveva cercato di tenere ben sopiti nell’armadio gli si sono parati davanti e lo hanno guardato per un bel po’ negli occhi, girandogli in tondo.



Tutto il resto è passato in secondo piano e per una sera la smaccata pomposità di gran parte della musica composta da Waters dopo Dark Side of The Moon, ha avuto un senso. In un concerto che è già un dvd a vedersi dal vivo, Roger Waters ci ha chiesto di non confondere ciò che vediamo con ciò che ascoltiamo anche se lui non ha fato molto perché ciò accadesse. I cliché continuano a imperare nel concerto dell’ ex Pink Floyd ma poi ti ricordi che quegli stessi li ha inventati lui e realizzi che la partita l’ha vinta lui tanto tempo fa.
Meglio la prima parte del concerto comunque, quella con le canzoni della “presa di coscienza” che porteranno alla divisone dagli altri Floyd – in mezzo alle quali è spuntata dal nulla “set the control for the heart of the sun” satura e psichedelica ma pur sempre in sync con le immagini – mentre nella seconda, tutta dedicata a“dark Side of The Moon” se non ci fosse stata l’onda emotiva del lunatic on the grass volato altrove, ci saremmo dovuti dilungare senza fare felici i fans del nostro.



Impossibile restare scontenti di un concerto e di uno spettacolo del genere, ogni brano è un piccolo pezztto della nostra storia e della nostra vita. Restano però i dubbi: “Ca’ irà” già tolta delle scalette dopo il debutto sbandierato ai quatro venti pochi mesi faa, di un’opera che avrebbe cambiato il corso della musica, “Dark Side of The Moon” suonata quasi del tutto sul multitraccia originale. Ce n’è davvero bisogno ? Non è che Waters sia in profonda crisi compositiva e la macchina del marketing sia venuta pesantemente in suo aiuto? Signori, fate il vostro gioco.

Ernesto de Pascale

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