. The Handsome Family - Last Days of Wonder
The Handsome Family - Last Days of Wonder
(Loose)
www.lastdaysofwonder.info

Cinematic grand affair for the last kings and queens of demnted americana

La coppia di Albuquerque, Nuovo Messico, Brett e Rennie Sparks giunta al settimo album come The Handsome Family compie un salto di qualità per arrangiamenti e per concettualità musicale presenta al suo pubblico – prevalentemente europeo – il proprio album più completo.
Scelgono le più disparate tematiche i due per una raccolta di 12 canzoni d’amore apparentemente innocue che si svolgono invece in aeroporti, stazioni di servizio, cabine del telefono,cave, sale da biliardo, ai bordi di fiumi infestati da marcio delle città, in macchine scoperte in cui un teschio troneggia nel sedile posteriore, i cui personaggi sono psichiatri malati più dei pazienti, dove aleggia un anelito di incerta sopravivenza e la più completa sensazione di fragilità umana da questa parte di una casa per malati di mente.
Si scopre così che dietro l’area mite dei due si cela (almeno) una mente perversa: ascoltate l’unico brano elettrico della raccolta, “ All the time in Airporports” e la successiva, sussurrata, “White Lights” per una valutazione della stabilità di Brett e Rennie e poi ne riparliamo.
I due ci paiano da ascrivere di diritto nella sempre più lunga lista di spostati che la musica (soprattutto) americana produce: ex artisti erranti, lucidi visionari, talentuosi ejetti della società del consumo, ex o futuri predicatori spretati, nuova generazione di acchiappa serpenti della prateria, uomini e donne delle medicine, venditori di acqua colorata, gente che si sa riscattare nel tempo di una canzone, bella e intensa come “Bowling Alley Bar” .
Jeff Tweedy dei Wilco, ascoltandoli, disse “Brett e Renne Sparks di The Handsome Family sono le due, quella malata e quella lucida, dello stesso cervello”. Sensazione perfettamente descritta che si radica ancor di più ascoltando Renne intonare l’unica canzone in cui si esibisce come solista, “Hunter Green”, una spettrale nenia.
Tutto accade con grande cognizione di causa e attenzione ai dettagli, dimostrazione lampante di una certa lucidità almeno produttiva, mentre le tragedie descritti affiorano dai dettagli e i suoni, scelti con raffinatezza cinematica, sottolineano i climax.
Sui titoli di coda della indolente “Somewhere else to be “ci si convince di aver visto uno straordinario film per la mente, opera di una coppia di registi, The Handsome Family, con i quali si farà sempre più frequentemente i conti e che, continuando a far dischi come questi, o come quel “Through the Trees” del 1998, stanno mettendo una seria ipoteca sul ciò che sarà il seguito di quel genere che oggi descriviamo non più tanto propriamente con i termini “americana” e/o “alt.country”.
Qui siamo, semplicemente, già oltre e The Handsome Family con “ Last Days of Wonder” ci stanno mostrando quel futuro in anteprima

Ernesto de Pascale

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