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The Folkswingers feat. Harihar Rao on Sitar – Raga Rock AA.VV. Sitar Beat – Indian Style Heavy Funk vol. 1 |
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Two valid examples how to use sitar sound in beat and pop western music. Sometimes You'll have great fun! Quando si parla di sitar nella musica occidentale viene subito in mente quel grande personaggio che è Ravi Shankar e le sue collaborazioni. Il rapporto del musicista indiano con i Beatles è la punta dell'iceberg dell'interesse per questo strumento tra i gruppi anglosassoni e non solo tra la fine degli anni '60 e i '70. Il particolare suono, ne faceva lo strumento di eccellenza per il linguaggio psichedelico che si affermava in quel periodo. Ma al tempo stesso il sitar serviva a dare quel tocco di esotico a colonne sonore e a brani che oggi chiameremo, per comodità e più facile comprensione, lounge. Le ristampe che proponiamo rappresentano due esempi opposti di come lo strumento venne utilizzato a suo tempo. Partiamo dal lavoro dei Folkswingers, originario del 1966, che inclusero nel disco il solista Harirar Rao. I Folkswingers nacquero come gruppo bluegrass con i fratelli Doug e Rodney Dillard. pubblicando due album dal titolo 12 string guitar. Ma la formazione di questo albun è ben diversa con una serie di turnisti di gran lusso a partire dal tastierista Larry Knetchel al batterista Hal Blaine, al chitarrista Tommy Tedesco. Rao era amico e allievo di Shankar e insegnava all'istituto di etnomusicolgia all'universitˆ di Los Angeles. Raga Rock fu un'idea di Richard Bock, produttore che aveva lavorato con Chet Baket, Gerry Mullgan e lo stesso Shankar. Il disco è un'antologia di brani di successo resi strumentalmente con il sitar in primo piano: da Norwegian Wood dei Beatles (il brano originale d'altra parte contiene il sitar) a Paint It Black degli Stones, a Eight Miles High dei Byrds, fino a Hey Joe. Le note di copertina avvertono che pu˜ essere un disco kitsch, ma lo troviamo invece un esperimento gradevole con eccellenti strumentisti. Di diverso tipo è l'antologia dell'americana Guerrilla Reissues che licenzia l'etichetta indiana Raj Mahal Music. Un marchio, quello della Guerrilla, di cui sappiamo poco anche perché senza sito internet (infatti diamo quello del rivenditore presso cui è reperibile con più facilità). Qui il sitar si accompagna a orchestre, a piccoli combo, alle voci, tra cui quella di Asha Boshle, antesignana dei vari Panjabi dei tempi più recenti. C'è anche una presenza prestigiosa come quella di Serge Gainsbourg, presente con due composizioni strumentali. Ma al tempo stesso l'atmosfera beat annunciata dal titolo resta per tutto il disco per un ascolto con alti e bassi, ma sostanzialmente divertente. Michele Manzotti |
Track list The Folkswingers 1. Paint It, Black Sitar Beat |
