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RISTAMPA

Steve Miller/Lol Coxhill - Coxhill/Miller, Miller/Coxhill, The Story So Far..., Oh, Really?
(Cuneiform)

All four original albums by the outstanding british duo in one double cd. Fantastic recognition on thebtail end of so called Canterbury Sound. Essential for fans of Hatfield & the North, Soft Machine, Robert Wyatt and heavy english post prog music of early seventies.Essential!!!

Mentre il Canterbury sound si investigava sul proprio futuro, non più Matching Mole, non ancora Hatfield & The North, non definitivamente Soft Machine, il pianista Steve Miller e l’amico sassofonista Lol Coxhill avevano deciso già da un po’ di intraprendere la strada della sperimentazione nonostante altre committenze come i Caravan e i Whole World di Kevin Ayers. I due registrarono fra il 1971 e il 1974 ben quattro dischi (“Miller/Coxhill”, ”Coxhill/Miller”, ”The Story so far…”, ”Oh, Really?”) suscitando interesse presso quel segmento di ascoltatori che avevano usato il suono di Canterbury come via di fuga dal rock.
Ristampati in un unico cd dalla americana Cuneiform i quattro album, più un sostanzioso numero di extra che documenta la breve esistenza dei “Delivery“ (un po’ Caravan, un po’ Soft Machine, un po’ Hatfield & the North), presentano una minuziosa ricognizione dei due intorno all’essenza del suono con grande e costante attenzione per la melodia (Miller) e per il senso dell’assurdo (Coxhill, musicista dotato peraltro di grandissima ironia).
Poche altre volte in Europa si era ascoltato un solista (Steve) che usava il piano elettrico con così tanta originalità a fronte di così poche manipolazioni e altrettante poche volte ci si era imbattuti in un fiatista dal suono così originale come Lol che usava il jazz da cui proveniva come sponda per lanciarsi in altri territori.
Tutto è sincronizzato fra Miller e Coxhill: nei quattro album si cercano poco perché si trovano molto molto spesso, senza dover consultare nessuna mappa del cuore o della mente. Nell’ultimo dei quattro dischi in ordine temporale “Oh, Really?“ qualcosa funziona più che nel resto - nonostante le reticenze di Miller sull’orlo di una profonda crisi di identità - quasi se l’urgenza di chiudere un periodo fosse alle porte (si ascolti Coxhill splendido in “Soprano Derivativo/Apricot Jam“).
Visto assurgere al ruolo di superstar il più giovane Mike Oldfield con Tubular Bells, Kevin Ayers vivere una breve stagione di quasi celebrità a metà strada fra il glam e il cantautorato post psichedelico, salutati gli amici di una volta Caravan e Soft Machine alla ricerca di un nuovo target d’ascolto ben lontano dai canoni di pochi anni prima a Steve e Lol erano rimasti pochi amici con i quali confidarsi. Gli amici pi fidati avevano però anche loro un bel da fare: Robert Wyatt sfruttò - forse senza volerlo - il proprio incidente per produrre quello straordinario capolavoro che si chiama “Rock Bottom” e l’ensemble mobile di Hatfield & The North, si trovò impegnato a trovare una qualsiasi motivazione per distruggere quanto di buono andava seminando in due dischi il cui fascino resta inalterato ancora oggi ( in arrivo le preziose ristampe su Eclectic).
Realizzata la fine incipiente di una scena, Coxhill e Miller salutarono il 1974 fornendo alla musica inglese con “The Story so far…” e “Oh, really?“ l’ultima ricognizione ai confini del rock (se mai ancora si poteva parlar d’esso!) puro e non contaminato.
Fu un viaggio senza ritorno in un terra che vorremo chiamare, con un po’ di gusto retrò (scusatecene!) del Grigio e del Rosa, ma che nessuno, se non loro, ha visto con i propri occhi e le cui uniche testimonianze della sua esistenza sono racchiuse in pochi dischi di quegli anni.
Questa ristampa racchiude, con molta certezza, l’ultima mappatura.

Ernesto de Pascale

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