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Johnny Guitar Watson - in concert at Ohne Filter, 2.7/ 1991 - Stuggart Deutchland
(Warner Dvd)
www.in-akustik.com
www.johnnyguitarwatson.net



Dietro la maschera istrionica e ruffiana anni settanta del “Real mother for ya“ si nascondeva un grande bluesman. Poche parole per ricordare Johnny Guitar Watson uno dei maestri del blues westcoastiano. Nato a Houston in texas nel 1935, è la California la sua terra adottiva. Già diciassettenne è già chitarrista del celebre Chuck Higgins, all’epoca in auge con “Pachuko Hop“ e si fa notare per le trovate sceniche pre datano Hendrix più di un decennio, Negli anni cinquanta firma subito il meglio del suo repertorio: ”Space Guitar”, “Gangester of Love”, poi un successo per la Steve Miller Band, “Three Hours after Midnight” per le etichette Federal/King e Rpm/ Modern. Dopo un album per la Chess nel 1964 dal 1965 al 1967 Watson collabora con successo con Larry Williams e l’etichetta Okeh a cui segue un periodo di silenzio.Lo vuole frequentemente al suo fianco Frank Zappa che lo stima e lo rispetta fino ad averlo come ospite a tutti gli effetti nell’album “one size fits all” del 1974. E proprio nei settanta Watson riappare con molti album – sarà il periodo più creativo e corposo della sua carriera - diventando un alfiere del funky licenziando album eccellenti se pur concettualmente fuori di testa, con contenuti folli e copertine eccessive, amatissime dalla bassa borghesia di colore e dall’intellighenzia bianca. Dopo un altro periodo di silenzio passato a suonare in giro per il mondo incide ancora negli anni novanta prima di cedere improvvisamente a un attacco di cuore durante uno show a Yokohama, in Giappone, nel 1996.
Fino a qui la storia, per introdurre un grandissimo artista e chitarrista. Adesso le considerazioni su questa performance del 1990 e che vede Watson tornare in Europa (dove era già stato nel 1987 e nel 1989) sulla scia dei suoi successi funky. L’anima del bluesman rotto a tutte le esperienze torna a galla e Johnny presenta uno spettacolo funzionale e divertente ma non certo di serie A se pensate a cosa presentava Prince (uno che deve molto al texano) in quello stesso periodo. Tutto lo show è pervaso da un senso di precarietà fortuita che piacerà ai veri amanti del blues non preconfezionato e presenta le routine che Watson ha acquisito molti anni prima.
Nei 55 minuti di questo show ci sono i principali successi radiofonici di “Guitar“ Watson dei settanta e ottanta. Da “i wanna ta ta you baby “a “ain’t that a bitch”, “superwoman lover” fino a “a real mother for ya”. Un bonus track di “gangster of love” registrato per l’edizione 1987 dello show che veniva girato a Brema è però il valore aggiunto che fa la differenza. Qui Johnny si scioglie e adatta le routine all’occasione; per 15 minuti dimostra la sua vera anima di showman, quella che per la durata del precedente show del 1990 aveva tenuto parzialmente sopita.
Per finire un aneddoto: nel giugno 1989 mi trovavo ad Amsterdam per vacanza e il cartellone del celebre Paradiso Club annunciava il giorno dopo la mia partenza Johnny “Guitar“ Watson. Me ne tornai in Italia con l’amaro in bocca più o meno certo che l’autore di “Space Guitar“ non l’avrei mai più visto. Quando seppi della sua scomparsa quel mancato incrocio mi bruciò dentro ancor di più. Questo dvd lenisce, in parte, la ferita.
Un consiglio?: quando dalle vostre parti viene a suonare un qualsiasi grande artista del passato, non snobbatelo anche se il suo show non dovesse più essere quello infuocato di una volta. Certa tradizione non può essere raccontata per interposta persona!

Ernesto de Pascale

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