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Ben Folds - Songs for the silverman
(Sony)
www.benfolds.com



Piano led outstanding album of original compositions by the great Ben Fokds

Torna l’emulo di Joe Jackson, Todd Rundgren, Elton John, Brian Wilson, uno dei cantautori pianisti di maggior talento degli ultimi dieci anni mai usciti dall’America del post grunge. Dopo gli anni con il travolgente trio con cui ha ostruito un forte zoccolo presso i giovani e nelle college radio, Ben Fold ha avuto sufficiente confidenza per trovare se stesso in una carriera solista caratterizzata in primo luogo da grandi canzoni. Così, tra la produzione di William “Captain Kirk“ Shatner e qualche ep in edizione limitata (li trovate su www.rareroom.com) è finalmente giunto il momento di tornare sotto i riflettori con questo “songs for silverman” un album che mostra tutta la maturità artistica di Ben e in cui brillano – anche per i bei testi cinematografici e sintetici – “Jesusland” apocalittica e solitaria, “Landed”, un potenziale singolo vincente, “Late”, un brano che non avrebbe sfigurato in “Runt: The ballad of Todd Rundgren”, del 1971 e la conclusiva “Prison Food” dai toni più epici.
Una conferma, insomma, della prolificità di un artista di talento che in Europa facciamo fatica ad apprezzare come in America farebbero fatica ad apprezzare Daniele Silvestri, Pacifico, Tricarico, Max Gazzè. Con la differenza che Ben Folds ha una varietà e uno spessore che alcuni dei nomi citati neanche si sognano.

Ernesto de Pascale


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