. R. J. Mischo - He came to play
Amazing! Raw! Exciting!
R. J. Mischo - He came to play
(Crosscut)
www.crosscut.de
www.rjblues.com

Blues jumped on earth from outer space.

R. J. Mischo è uno straordinario armonicista residente in California che porta avanti senza tregua il testimone passato a lui, e a pochi altri, da grande Gorge “ Harmonica ” Smith, un nero che fra i sessanta ed i settanta all’Ovest dettò legge, spingendo lo strumento oltre le frontiere di Little Walter e riproponendo un certo style, o, forse meglio, un vero e proprio modello di pensiero, che affondava le proprie radici nello shouting e nell’honking di rhythm & blues in voga nei cinquanta.
R. J. Mischo, come John “Juke “Logan, James Barman, Rod Piazza, Kim Wilson e pochissimi altri fra cui i nostri Fabrizio berti e Egidio ”Juke“ Ingala, possono vantarsi di essere riusciti a riproporre non solo quel suono ma anche quel modello di pensiero e di vedere la musica blues.
Modello di un Blues che è poi il più contemporaneo ed attuale di tutti, il meno legato al genere dondolone chicagoano e il più distante dal Deep Country Blues del Delta e dai suoi diretti discendenti, bianchi o neri che siano, low od high fidelity.
Mischo picchia duro con swing e il nuovissimo “ He came to play “ ce lo presenta in forma strabiliante. Il disco può essere con facilità essere commentato con gli stessi aggettivi che leggete sulla front cover del cd : amazing ! raw ! exciting !. Quello che è interessante e stimolante ai fini dell’interesse dell’appassionato di blues è che Mischo ha realizzato “He came to play” usando gli stessi musicisti che accompagnano Charlie Musselwhite nel nuovissimo “Delta Hardware“; Eccoci allora non solo a un ottimo disco di jump blues
Ma ad un album che ci permette di mettere a confronto due grandissimi armonicisti: da una parte Musselwhite, con il suo stile un po’ mellifluo e, nel nuovo disco, al limite della pischedelia, dall’altra Mischo con una carica ed una foga aggressiva ma stilosissima, mista ad una sottile vena di follia ed ironia.
Impossibile dire quale dei due dischi sia il migliore: il blues non si valuta né si deve valutare sui pezzi e il recensore che basa il suo lavoro sulla spiegazione dei singoli brani rischia di far perdere la valenza generale di un lavoro. Molto più importante è restituire un mood, una atmosfera.
Musselwhita tenta la strada mistica e un po’ oscura di un Delta ancora sconosciuto, Mischo quella di un Ovest invaso dai marziani (la copertina la dice lunga) mentre i seguaci di blues se la spassano al lounge bar sotto casa.
Musselwhita ha un approccio colto e autorevole, Mischo ne ha uno Pulp ed, ad onor del vero, vogliamo dire che per la prima volta azzecca in pieno comunicazione e immagine.
Musselwhite è un divo del blues, conosciuto in tutto il mondo, ambasciatore del genere, Mischo è (quasi) uno sconosciuto, fuori dal ristretto giro di fanatici dello stile, più vicino ai Cramps e a Jon Spencer Blues Explosion che a Muddy Waters.
Provate ad indovinare chi ci sta più simpatico ?

Ernesto de Pascale

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker