English language tribute with stars for Serge Gainsbourg

Les meillieurs chansons de Serge Gainsborg interpretées par grandes artistes en anglais

La copertina attira. Il soggetto anche. Gli artisti poi, non ne parliamo. Ecco che Monsieur Gainsbourg Revisited si presenta come un bell'oggetto dal contenuto di lusso. Fin qui tutto bene, anzi non pensiate che i soldi spesi per il disco non valgano. Però dobbiamo tenere conto che Gainsbourg è stato tutto tranne che un autore facile. Aveva un talento fuori dal comune, tanto da compiere una vera e propria rivoluzione nella musica d'autore francese. E nonostante il suo cosmopolitismo, rimane strettamente ancorato alla sua patria come linguaggio e spirito. Quindi per rivisitare un personaggio del genere o si è altrettanto particolari (o geni, secondo i punti di vista) o ci si deve accontentare di fare un buon prodotto senza avere la presunzione di fare un capolavoro. Questa premessa è indispensabile per sottolineare come nonostante tutta la classe che contraddistingue i protagonisti dell'album, siamo di fronte a un disco che si ascolta volentieri dall'inizio alla fine, ben eseguito, anzi benissimo. Ma l'esprit del nostro è un'altra cosa, forse inarrivabile. Non faremo però la pagella dei promossi e dei bocciati a seconda del risultato. Ci piace però sottolineare l'inizio che vede Jane Birkin e Franz Ferdinand insieme per A song for Sorry Angel, il compito ben svolto dai Placebo per The Ballad of Melody Nelson, l'arrangiamento coraggioso di Requiem for a Jerk con Faultline, Brian Molko e Françoise Hardy (sì, proprio lei, anche se non canta ma sussurra) e di Au revoir Emmanuelle di Tricky. Bella l'atmosfera rock'n'roll dei The Rakes con Just a man with a job e quella decadente dei The Kills con I call it art. Divertiamoci comunque, ma non ci dimentichiamo l'originale.

Michele Manzotti