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Bill Kirchen - Hammer of the Honky Tonk Gods
(Proper)
www.properamerican.com

Honky Tonk Heroes are hard to find, but when you find one you’ll never let him down. Bill Kirchen is a Country Gentleman at heart and invites the great Nick Lowe to his backporch party!!!! Bring the Family!

L’americano Bill Kirchen, storico solista della sfasciatissima band capitanata dal pianista Commander Cody nei settanta, i Lost Planet Airmen, si è andato imponendo nei decenni come un chitarrista di straordinaria trasparenza e semplicità, compositore acuto, capace di miscelare country e rockabilly con originalità. Da quando Kirchen ha stretto amicizia con il bassista e cantante inglese Nick Lowe, innamorato delle stesse atmosfere dagli anni eroici dei Brinsley Schwarz, la sua musica ed i dischi ne hanno guadagnato in aplomb e classe come “Hammer of the Honky Tonk Gods”,il più bel disco di Kirchen dimostra.
Lowe porta con se nel progetto la sua band di sempre in cui spicca il pianista Geraint Watkins, che splende nello stile di Jerry Lee Lewis in “ Heart of Gold “ permettendo all’ex produttore di Elvis Costello degli esordi di ricreare le atmosfere care ai fans di un’altra sua amatissima band, RockPile che, fra i settanta e gli ottanta tentarono un esperimento non dissimile.
C’aria di freschezza in “Hammer of The Honky Tonk Gods” come in “Rocks into Sand”, “Get a Little Goner” e la bella rilettura di “Devil with a Blue Dress On”; per bilanciare la raccolta nel disco di Bill non manca inoltre spazio per canzoni più intimiste come “Skid Row in my mind“, una ballata che avrebbe potuto interpretare Patsy Cline e farla diventare un successo.
“Hammer of the Honky Tonk Gods” è quindi un disco inscindibile, insomma, da una certa mentalità rock & roll che celebra i fantasmi di gente come Roy Orbito e Bobby Darin, degli immortali Everly Brothers. Da parte di Nick Lowe e dei suoi amici inglesi ci pare - in più a tutto questo - intravedere il piacere di ricreare l’ambientazione di quel mondo legato ai Pub che nella metà dei settanta lo vide protagonista nel cuore di Londra, anello d’unione fra la pomposità del prog, l’eccesso dell’hard rock e l’essenzialità abrasiva del nascente Punk.
Kirchen più amato in Inghilterra che in America, non fa altro che fare ciò che meglio sa, senza tante variazioni di stile o ripensamenti. Si sente però la mano sicura di chi, come Lowe, ha esperienza nel produrre i dischi e l’intero album ne beneficia al punto tale che in questo disco più che in quello recentissimo (recensito sempre questo mese ) del chitarrista Billy Bremmer - solista di RockPile - si respira l’aria serena del rock un po’ retrò che proponeva la band di Lowe e Dave Edmunds. Un album fresco e piacevole che trova spazio per un brano, “One More day” che potrebbe essere uscito dal canzoniere di Commander Cody in persona. Soldi spesi beni, per una giusta causa.

Ernesto de Pascale

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