Marillion - Somewhere Else
Intact – Edel
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Marillion write a dark and melancholic album with still some “faith”.

Il 14° album dei Marillion è un una raccolta di 10 canzoni cupe e dense di inquietudine che parlano dell’essere “altrove” dove l’altrove non è sempre un luogo ma più spesso uno stato d’animo come il sentirsi lontano dalla persona con cui vorremmo essere e a cui vorremmo far ritorno come ipotetici astronauti (‘The Other Half’) o cui vorremmo far sapere che siamo cambiati (‘Thankyou Whoever You Are’).
Steve Hogarth non risparmia anche critiche alla società: nel singolo ‘See It Like A Baby’ ci invita a recuperare la leggerezza e la spontaneità che abbiamo perso crescendo e a diffidare, in ‘Most Toys’, di chi accumula sempre più “giocattoli”: “But he who dies with most toys is still dead!”. In ‘The Last Century For Man’ non esita poi a buttarsi sulla politica e sui continui abusi che commettiamo nei confronti della natura: “Eat all we can, drink all we can, use all we can, do what we can, screw what we can, don’t miss a chance in the last century for man”.
È un disco che pur non essendo un concept nell’accezione canonica, sviluppa un tema di fondo in tutti i suoi aspetti risultando composito e che necessita di più ascolti per essere compreso. Non tutto funziona a dovere (la title track per esempio) e all’inizio accattivante delle già citate ‘The Other Half’ e ‘See It Like A Baby’ la band non riesce poi a dare continuità di ispirazione scivolando sulla proverbiale “banana” dei brani d’atmosfera privi di direttiva come ‘A Voice From A Past’ o ‘The Wound’, riprendendosi però quando recupera la semplicità di una melodia vincente in ‘No Such Thing’ e inventa l’arpeggio per chitarra acustica che ci regala un piccolo gioliello di beatlesiana memoria che è ‘Faith’, tra le più belle canzoni dei Marillion di sempre.
Jacopo Meille