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Mighty Baby - A jug of Love
(sunbeamrecords)
www.sunbeamrecords.com
www.actiomightybaby.com

Welcomed reissue of one of the seminal English Pre Pub Rock’s scene album. A stunning mix of psychedelic country rock and smooth hamony vocals with a deliberate british feel. Essential for the genre to come!!!


Evolutisi dalle ceneri degli Action, una degli più incendiarie band i tardo Rythm & blues britannico dei sessanta, i britannici Mighty Baby, nati nel 1969 e guidati da Martin Stone, nome minore che dette continuità al sottobosco musicale inglese per anni, furono fra i primi gruppi a individuare una controtendenza sostenibile, una via artistica che mettesse da parte il volume e le sempre più grandi e non agevoli attrezzature dell’epoca, in nome di una quiete e di una ricercatezza che il secondo album della band, “A Jug of Love“ ripropone in pieno.
Realizzato dalla Blue Horizon di Mike Vernon nell’Ottobre 1971, il disco era quanto di meno commerciale si poteva ascoltare nell’ambito del circuito rock. Il gruppo (Alan King - chitarre e voce, Martin Stone - chitarre soliste, Ian Whiteman - tastiere e fiati, Mike Evans - basso elettrico, Roger Powell - batteria e percussioni), dopo un primo album ibrido e alcune sedute di registrazione a Londra sotto la guida di Marshall Chess (che produssero una lunghissima versione di “India” di John Coltrane rimasta fino ad oggi inedita e decantata dal produttore stesso a questo recensore poco tempo fa ), si riunì emotivamente intorno a Martin Stone che divenne, forse senza volerlo, il filosofo del gruppo avendo egli, oltretutto, appena abbracciato la religione Sufi ( seguito da lì a poco dai coniugi Richard & Linda Thompson ) ispirando una nuova attitudine nel resto della formazione.
Una tendenza alla sotto stima, aumentata dalla mancanza di passaggi radio (eccetto John Peel che li sponsorizzò pesantemente) e la disciplina Sufi che si scontrava con un mondo di hippies e junkies, ubriachi e accampati ( il mondo da cui - almeno in parte - provenivano!) non fece giustizia alla band antesignana per eccellenza di quel genere denominato Pub Rock, la cui nascita viene fatta riferire presso i Pub londinesi nei primi mesi del 1972, accreditata agli emigrati americani Egg over Easy di Austin de Lone, mentre lo scioglimento dei Mighty Baby risale al dicembre 1971 al ritorno da una tournee olandese di due settimane.
Country rock psichedelico è il termine più felice per definire il suono di “A Jug of Love“ condito da belle armonie a due voci e una ricerca strumentale che esalta le qualità di Martin Stone. Un occhio ai Flying Burrito Brothers di Gram Parsons ancor più che ai Byrds, un altro a The Band (che s'esibirono a Londra nel Giugno 1971) e un altro occhio ai Grateful Dead di “American Beauty” e “ “Workingman’s dead”. Proprio con i Dead i Mighty Baby divisero il palco in quell’ estate 1971 presso Glastonbury, esperienza documentata nel rarissimo triplo album sulla prima edizione del più importante festival rock ancora esistente in Gran Bretagna.
“Jug of Love“ - otto brani, solo uno sotto i quattro minuti, il resto sopra i cinque e trenta ! - si sarebbe meritato molto di più. I musicisti, intervistati per questa bella ristampa dei tipi della Sunbeam record confessa che era una loro specialità dare del filo da torcere a chi li circondava e il produttore Mike Vernon le cose non andarono diversamente.
Allo scioglimento dei Mighty Baby (appena tornati insieme) Martin Stone fondò un’altra band minore ma anello importante del percorso del Pub Rock, Chili Willi & The Red Hot Peppers,, insieme a un altro ex hippy, Phil Littman, meglio conosciuto negli ottanta dopo il suo trasferimento in pianta stabile a San Francisco, per una lunga collaborazione con The Residents, come Snakefinger.
Il gruppo rimase insieme per tre album (due di questi con Pete Thomas futuro Elvis Costello’s Attractions alla batteria). Alan King, intanto, formò Ace Dynamo poi solo Ace che raggiunsero il successo grazie a una canzone dell‘ultimo arrivato nel gruppo, il giovane Paul Carrack, la cui “How Long “divenne l‘inno del Pub Rock britannico.
La ristampa di “ A Jug of Love“ contiene due brani inediti, realizzati nel 1969 con Guy Stevens, produttore della Island, che definiscono meglio ancora l’entità e la crescita progettuale di uno dei migliori e più sottovalutati gruppi inglesi fra i sessanta e i settanta. Peccato che la loro fiamma si spense molto, troppo, presto. Sarebbero bastati solo pochi mesi ancora, dopotutto, e le cose sarebbero completamente cambiate.

Ernesto de Pascale

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