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BLUES ITALIANO

Largo al blues italiano! Di seguito una panoramica sul blues di casa nostra con tre recensioni degli album di Maurizio "Gnola" Glielmo & Jimmy Ragazzon, Marco Marchi & The Mojo Workers e Andrea Giannoni. Su quest'utlimo, già recensito per Il Popolo del Blues da Michele Manzotti nel numero precedente, pubblichiamo volentieri anche il parere dell'esperto di blues Luca Lupoli

Maurizio “Gnola” Glielmo & Jimmy Ragazzon - Blues, Ballads and Songs
Good Company – 2009 – Italy
www.myspace.com/gnolabluesband

Bello brioso questo disco di due musicisti che hanno un nome nell’angusto panorama italiano, uno a vocazione più elettrica, l’altro più intimista, entrambi travolti dall’idea, almeno musicale, di una certa America. Le canzoni riflettono gl’orientamenti personali, ma tendono maggiormente a un modello intimista, con molta attenzione al suono dei plettri, chitarra slide, armonica, anche la fisarmonica quando è necessario. Le voci, tradizionale punto debole delle band italiane, sono gestite con saggezza, e anzi i duetti come in “Mexican Divorce” risultano pieni di gusto. Il suono cristallino, con un missaggio inappuntabile senza “affogature” e senta piattezza, risolvono un altro problema abbastanza frequente nei prodotti italiani, la qualità della registrazione. Insomma un gran bel disco di Americana, con canzoni, alcune stranote come “Don’t think twice it’s all right” e “Mexican Divorce”, altre meno – “River Boat Song” di JJ Cale – interpretate con maestria e personalità.

Andrea Giannoni - Redenzione
Autoprodotto – 2009 – Italia

La presentazione di questo EP – 26 minuti ben spesi – può spaventare l’ascoltatore laico, nel senso religioso del termine, perchè Andrea Giannoni tiene tra le braccia una riproduzione di quello che, da atei-agnostici, apprendiamo esser il piccolo redentore, insieme a un paio di microfoni
a palla, ferri del mestiere del bravo armonicista. Quello di Giannoni – accompagnato dal sodale Enrico “Gas” Gastardelli alle chitarre – è un Blues proletario, militante, con quel tanto di rivolta interiore che tutti i non-decebrati, di qualsiasi sponda siano, posseggono. Sul piano musicale, nonostante un certo arruffamento sonoro, ci sono molte buone idee, molto feeling e un talento ruvido ma certo. Questi sono musicisti difficili da inquadrare, in tutti i sensi, col rischio grave d’amputargli l’ispirazione, ma Giannoni e Gastardelli sono, mutatis mutandis, la versione italiana di “Satan & Adam”. Eccellente Sara Grimaldi alla voce. Speriamo di risentirli presto – anche non redenti- perchè qui c’è un cantiere musicale aperto d’estremo interesse.


Marco Marchi & the Mojo Workers - Blues Dust
Autoprodotto – 2009 – Italia
www.myspace.com/marcomarchithemojoworkers

Questo CD è un demo quindi siamo a corto di notizie, a parte una bella foto di copertina e la lista dei pezzi che definiscono l’orientamento musicale, “Folk-Blues d’annata”, un terreno che è sempre piaciuto ai Bluesmen nostrani. Chitarra, chitarra slide, washboard, armonica, percussioni su dei pezzi immortali come “I can’t be satisfied”, “Cocaine Blues”, “My Babe”, “Crossroads Blues”. La voce è forse l’elemento meno convincente, mentre gl’intrecci delle chitarre, i tempi serrati e una freschezza generale depongono a favore di questa opera e finiscono per ovviare a un certo manierismo, il difetto più evidente di questo ottimo album.

Luca Lupoli

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