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Rassegna del Popolo del Blues al Teatro del Sale

Il Popolo del Blues è tornato per la terza volta in un anno al Teatro del Sale di Firenze, per presentare ancora le proposte che caratterizzano l’attività che propone mensilmente sul sito, nelle produzioni e col programma radiofonico e per testimoniare e condividere il progetto dell’associazione culturale creata da Fabio Picchi e Maria Cassi.


Ha aperto la rassegna, mercoledì 9 febbraio, un ospite affezionatissimo del Teatro del Sale, Jono Manson. Dopo aver presenziato anche nelle scorse rassegne organizzate da Ernesto de Pascale, e dopo un’itera settimana dedicata a lui lo scorso anno, Jono torna nuovamente a calcare il palco di questo accogliente e particolarissimo teatro fiorentino per infiammare i cuori degli spettatori con la sua consueta carica di energia. Oltre alle immancabili battute nel suo stentato (almeno per finzione scenica) italiano, che rendono l’atmosfera fin da subito divertente, Jono questa volta gioca di teatro nel vero senso della parola, inscenando un’esecuzione su un pianoforte immaginario e invisibile che , per complicità dell’attore fiorentino Leonardo Brizzi nascosto dietro le quinte e veramente seduto al pianoforte , magicamente suona davvero e lascia il pubblico senza parole.

Insieme a brani classici del suo convincente repertorio rock-blues, Jono Manson regala agli spettatori assaggi delle sue più recenti composizioni, fresche veramente di pochi giorni, che confluiranno nel nuovo disco che il cantautore registrerà prossimamente a New York e che, a giudicare dalle anteprime del materiale ascoltato, davvero promette grande qualità. (official site:www.jonomanson.net)


Un’autentica scommessa, pienamente riuscita, anima la serata di giovedì 10.

I protagonisti sono un giovane gruppo fiorentino, gli Underfloor, secondi classificati al Rock Contest 2004, concorso per band emergenti organizzato annualmente da Controradio con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione e alle Politiche Giovanili del Comune di Firenze. . Il genere musicale con cui gli Underfloor sono soliti misurarsi è un rock di qualità con testi in italiano che sembra proseguire a tutti gli effetti la grande tradizione del rock fiorentino anni ’80. Per la serata però, il gruppo abbandona con coraggio il supporto di volumi alti e amplificatori e presenta un progetto esclusivo in versione acustica, pensato appositamente per il Teatro del Sale e di cui sono interamente autori, dal titolo Underfloorence. Underfloorence è un viaggio alla scoperta degli aspetti più sfuggenti, cupi e sotterranei di Firenze, accompagnato dalle musiche originali del gruppo (per lo più tratte dal loro disco autoprodotto, Underfloor, concluso appena pochi mesi fa; info su www.unferfloor.it) e dalle letture di testi con chiari riferimenti alla città.

Matteo Urro a chitarra e voce, Guido Melis al basso e Lorenzo Desiati alla batteria si presentano così sul palco insieme alla giovane attrice Eleonora Lepori , che affronta testi che vanno da autori classici come Aldo Palazzeschi ad autori contemporanei come Leandro Piantini. Non è facile per un gruppo rock misurarsi con una realtà così diversa dalla loro immagine abituale, ma gli Underfloor ci riescono al meglio e dimostrano sul palco la stessa determinazione che li ha accompagnati durante tutta la preparazione del progetto.
Ironia della sorte, la serata in cui gli Underfloor calcano il palco del Teatro del Sale coincide con la serata d’inaugurazione del Rock Contest 2005, quasi a chiudere il cerchio e mostrare con ufficialità il percorso in avanti che nell’arco di un solo anno questo gruppo è riuscito a compiere


Venerdì 11 febbraio è stata la volta di Ilario Bisagni, sconosciuto quanto talentuosissimo cantautore.

Ilario, che Il Popolo del Blues ha conosciuto davvero casualmente, presentandosi con una cassetta con 36 brani originali, è davvero un personaggio da tenere d’occhio. Bisagni impersonifica il cantautore classico, la cui dote è la semplicità e la qualità delle immagini che popolano le sue canzoni e che a testa alta propone la propria artigianalità. Il trentaduenne cantautore di Borgotaro infarcisce queste doti con un’innata arrendevolezza che l’ ha reso subito simpatico al pubblico del Teatro del Sale. Bisagni crea sul palco, con sconcertante tranquillità, un vero e proprio anticlimax, metodo ben differente da quello di porsi oggi, laddove tutti, anche i cantautori, anche quelli che non ne avrebbero davvero bisogno, sembrano impegnati a voler piacere a tutti i costi. A Ilario sembra che non gliene freghi niente. Naturalmente non è così ma con la sua totale assenza di padronanza del palco ha creato una situazione d’ attenzione che altri, ben più professionali di lui, non hanno saputo ottenere.

Bisagni, semifinalista al Premio Ciampi, ha presentato canzoni su temi inusuali e una scritta per bambini.Bob Dylan è dietro l’angolo a tutti gli effetti e il gruppo che accompagnava l’artista non faceva niente per nasconderlo ma, appena il quartetto prenderà confidenza con il materiale, sarà interessanti vederli lavorare più a fondo su queste ottime canzoni che speriamo vedere presto realizzate in un disco che dia ad Ilario la possibilità di iniziare una carriera speriamo lunga visto il talento e la prolificità. Bisagni parteciperà al tributo ai Fairport Convention con una versione in italiano di “ Genesis Hall”, completamente rivisitata.


Conclude la settimana, ma non la rassegna, la performance di un cantautore affermato e conosciuto in tutto il mondo come Graziano Romani, già leader dei Rocking Chairs e musicista con oltre dieci dischi di esperienza alle spalle.

Graziano sul palco unisce l’anima italiana d’origine con un’anima fortemente americana, derivata dalla musica a cui si ispira e dalla sua stessa esperienza di vita e musicale negli Stati Uniti. Graziano Romani è forse il cantautore italiano che più si avvicina per genere musicale e capacità interpretative alla musica di Springsteen, e non a caso nel 2001 è stato autore di uno dei più acclamati dischi di tributo al Boss di sempre, Soul Crusader: The song of bruce Springsteen. Sul palco del Teatro del Sale, con un concerto interamente in inglese, presenta alcuni dei brani tratti dal suo più recente lavoro discografico, Painting Over Rust (Freedom Rain/IRD, 2004 – vedi recensione su il Popolo del Blues, Novembre 2004) , tra cui l’incisivo brano d’apertura di album e concerto Painting over rust, una vera personale elaborazione del rock alla Springsteen. Dallo stesso disco propone brani riusciti come King of the borkenhearted e Thirteen, tredicesimo e ultimo brano dell’album che, come tutti i suoi più recenti, con un pizzico di superstizione conta tredici tracce. Come si confà alle caratteristiche del Teatro del Sale, anche quello di Graziano Romani è un set acustico, che vede sul palco oltre al cantautore a chitarra e voce soltanto Lele Cavalli alla chitarra. A sostenere la parte ritmica del suo set, d’altronde, ci pensa il pubblico, che trascinato dalla carica comunicativa ed emotiva delle canzoni di Graziano accompagna l’intero concerto battendo le mani ed esce dal teatro a fine spettacolo raggiante di soddisfazione.

Graziano Romani dimostra ancora una volta di portare avanti una scelta musicale autentica, inequivocabile fino dai suoi esordi con i Rocking Chairs, ovvero quella di una poetica genuinamente rock che in Italia non è facile da difendere a così alti livelli. (official site: www.grazianoromani.it ). Anche Graziano si è aggiunto, dopo una lunga conversazione con Ernesto, alla lista degli artisti che parteciperanno A “Working Underground & Step Further “


Gran finale Martedì 15 Febbraio con la Chicago Blue Revue di Fabrizio Berti che presentato un set incandescente e ricco d’ interesse.

Organizzato come una vera e propria storia del Blues, Fabrizio ha guidato una sala colma fino all’inverosimile che competenza per un set ben organizzato. Finale al fulmicotone con 3 bis e l’impressione di aver finalmente visto una delle migliori band di blues italiano lavorare nella situazione giusta, nel posto giusto e davanti a un pubblico finalmente attento e partecipe, dopo anni di locali infimi e di croniche mancanze di rispetto.

Lo spettacolo della Chicago Blue Revue è unico nel suo genere e ben si presterebbe a diventare un disco, oltretutto, di pubblica utilità per quanti amino ascoltare delle vere e proprie storie.


I prossimi appuntamenti al Teatro del Sale sono: il 9 marzo con Ernesto de Pascale, ospite del Quartetto del Sale diretto da Leonardo Brizzi, ed, ancora lui!, il 22 Marzo per ricordare il grande Fred Buscaglione.
Altri due concerti, con artisti da definire, saranno programmati da Ernesto de Pascale al TDS, il mercoledì 23 e il giovedì 24 marzo.
Il Popolo del Blues tornerà al Teatro del Sale dal 5 al 9 Aprile con un evento e una produzione speciale, presentando, per un’intera settimana Ken Nicol degli storici pionieri del folk rock britannico Steeleye Span, in un eccezionale ed unico set acustico, in esclusiva italiana.
Dal 26 al 28 Aprile, da Santa Fe, New Mexico, Jaime Michaels, il folk singer prodotto da Jono Manson e già ospite del Teatro del Sale per la rassegna del febbraio 2004.
Vi aspettiamo.



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