. Sparks - Hello Young Lovers

Sparks - Hello Young Lovers
(Gut)
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Welcome to Sparks’ world. Leave reality outside

Natale 2005. È Il vostro recensore colui che vedete camminare per le strade di Hollywood e Beverly Hills, consapevole che da lì a poco un nuovo album degli Sparks, “Hello Young Lovers”, verrà distribuito nei negozi a due anni di distanza dallo straordinario ”Lil’Beethoven”, pregustandone il piacere di un ascolto che si augura pieno di sorprese. Egli va cercando appigli visivi per giustificare le scelte inattese e fuori schema di fratelli Ron e Russell Meal, ma, non trovandone alcune, lascia la città natale dei due con il caso aperto ed irrisolto.
Febbraio 2006, Londra. Solo quando “Metaphor”, sesto brano del nuovo album dei fratelli Mael invade la quiete mattutina della Virgin records di Piccadilly Circus, al vostro amato cronista appare finalmente chiara nella decadenza losangelina la cifra che accomuna il gruppo con il suo luogo d’origine.
Incredibile, però, egli si chiede: anche in questa città la musica dei due funziona perfettamente.
Lo spirito dei due americani che proprio qui trovarono il gran successo con “this town ain’t big enough for the both of us” nel 1974 deve, infatti, molto alla glamorous life della capitale inglese. Qualcosa che non è andata persa con gli anni.
Che cosa si cela, quindi, dietro lo stile musicale dei due Sparks?

La musica dei fratelli Mael è paragonabile sia a Los Angeles sia a Londra: alla città americana, metropoli dove da quartiere a quartiere si ricomincia da capo quanto ogni album dei due è un netto punto e a capo, taglio secco con il passato, altrettanto simile essa è allo scintillante cosmopolitismo intellettuale di Londra.
Su questi termini di paragone, gli Sparks vanno avanti a testa alta, così come Los Angeles sopravvive alle proprie incongruenze e Londra alle proprie, appunto, metafore.
Questo accade, azzarda il giornalista, solo perché Ron e Russell, 57 e 51 anni rispettivamente, sanno come sopravvivere all’inferno della propria psiche. Nessuno ci riuscirebbe al posto loro!
Per una vita trascorsa secondo principi monastici, i due hanno, infatti, contrattualizzato un labirintiaco accordo con il mondo esterno, rifiutando in toto e affidando la comunicazione con noi umani ai loro album.

“Hello Young Lovers” è non meno sconcertante del precedente “Lil’Beethoven”. E’ un album che è una scommessa vinta con un passato che appare e scompare, trasformandosi in qualcosa d’altro, d’ unico.
Concepito come un’opera più ancora che un concept album, “Hello Young lovers”, la cui musica gira tutto intorno a una sola tonalità e alle sue relative, è un capolavoro in bilico fra eleganza e kitsch e rispecchia esattamente i due Mael.
Ecco allora quello che per altri potrebbe prospettarsi come un vero e proprio suicidio artistico, trasformarsi nelle mani e nelle parole di Ron e Russell, in un nuovo Santo Graal.

Con titoli quali “Bambina, Bambina, posso invadere la tua nazione”, “ Non c’è niente meglio degli alieni”, “Mentre mi siedo all’organo della Cattedrale di Notre Dame”, miagoli di gatti campionati, cori alla Queen, citazioni di “Tubular Bells” e “Profondo Rosso”, Ron e Russell Mael ci rendono più felice e leggera la vita, assicurandoci che un po’ di spazio per la creatività, l’anarchia musicale programmata, per la ricerca e l’unicità fuori del corporativismo ancora esiste e arriva proprio dai luoghi dove l’industria impera. Ma, si sa, ogni tanto anche in mezzo alle rocce sboccia un fiore puro. Fantastico che quello che degli Sparks resista alle intemperie da così tanti decenni!

Ernesto de Pascale

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