. The Kinks - at the Village Green Preservation Society

The Kinks - at the Village Green Preservation Society
(Sanctuary)
www.sanctuaryrecordsgroup.co.uk


Underreted masterpiece by Davis brothers from crowded 1968

Alla sua uscita nel tardo 1968 “At the Village Green Preservation Society” dei Kinks non ricevette l’attenzione che si meritava. Quel 1968 fu un anno pieno di buona musica: il “White Album “ dei Beatles, i Rolling Stones con “Beggars Banquet”, “Electric LadyLand” del Jimi Endrix Experience sono solo tre degli album che oscurarono la fortuna di questo disco dei fratelli di Muswell Hill, London, la cui ristampa è stata salutata come la più importante e completa del 2005 dalla critica britannica chiamata ad esprimersi a fine anno.
Il mancato successo del disco all’epoca della pubblicazione si dovette a una subdola battaglia fra Ray Davies e la sua etichetta all’epoca del disco, la Pye, che continuava a vedere il geniale Ray come una macchina da hit singles, proprio ciò da cui Davies e soci volevano staccarsi. “At the Village Green Preservation Society “ non è certo una macchina di successi anche se non esiste una singola composizione scadente nella carriera autorale di Ray Davies. Anzi!; siamo davanti a Kinks uniti e compatti con contributi tangibili sia da parte del bassista Peter Quaife( che abbandonò il gruppo dopo il disco) che dal batterista Mick Avory.
“Green” come era amichevolmente nominato in corso d’opera si perse quindi per strada con le nuove esigenze compositive di Ray che prendevano giorno dopo giorno il sopravvento e una serie di stampe del disco in giro per il mondo che Davies non aveva autorizzato.
I nastri di una prima tracklisting avevano, infatti. già raggiunto le stamperie di Italia, Francia, Scandinavia e Nuova Zelanda dove l’album comparve in una edizione di soli 12 brani rispetto a quella approvata da Davies di 15 brani, 3 aggiunti all’ultimo momento. La confusione imperò intorno a questo bellissimo disco ma il tempo correva più veloce e non dette a molti il tempo di digerire l’arte adulta di Ray Davies.
Era ormai il 1969, l’anno in cui The Kinks avrebbero licenziato un nuovo album, “Arthur or the decline of the British empire” che l’eminente critico Greil Marcus in Rolling Stone definì come “il miglior album inglese del 1969”.
Ma questo è l’inizio di un altro capitolo della storia…

Ernesto de Pascale

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