. Intervista ad Allison Bruce dei The 18th day of May

Intervista ad Allison Bruce dei The 18th day of May

Con un solo album su Hannibal, The 18th day of May sono il nome più nuovo del New Alternative English Folk, una vena sempre esistita ma da poco certificata. Si deve il revival in parte a BBC 2 e in parte a alla nascita di nuovi centri di interesse come The Green man Festival, una manifestazione che giunge nel 2006 al suo quarto anon e che si svogle alle porte del Galles, voluta dal duo “It’s Jo and Denny”, due determinati singer-songwriters che vogliona tramutare il festival in un South by Southwest locale. Con ottimi risultati per il momento e la partecipazione degli emergenti The 18th day of May all’edizione che in scenda al prossimo 17 agosto al 19 a CrickHowell, nelle vicinanze di Bristol.
È Allison Bruce, la giovane e dotata cantante/flautista del gruppo a farmi strada nella musica di The 18th day of May.



Allison: La formazione esiste da poco più di un anno. Avevamo suonato tutti in altre formazioni senza approfondire questa passione per gli anni sessanta che ci portavamo appresso. Decidemmo poi di provare qualcosa di differente e ci promettemmo di farlo portandoci appresso i dischi che amavamo di più e che più avevano contributo a formarci. Per coincidenza i nostri gusti coincidevano: Incredible String Band, Jefferson Airplane, Love, Byrds, Fairport Convention, Syd Barrett. Ognuno aveva delle composizioni, magari incompiute, fu più facile andare ognuno nella direzione altrui.

Dove avete riunito le vostre forze e avete insediato la vostra base di lavoro?
Allison: abbiamo base a Brighton, il mare allontana un po’ del grigiore britannico giornaliero, ma Londra è il posto a cui far riferimento. Se vuoi combinare qualcosa non puoi allontanarti dalla capitale più di tanto. Da lì partono troppe cose per non fare riferimento ad essa.
Eravate consapevoli, alla nascita del gruppo, di un interesse diffuso nel genre che state suonando?
Eravamo appena consapevoli di un movimento di nuovo folk alternativo in corso ma non pensavamo che potesse così interessare ai giornalisti, questa è musica che non è mai morta, certo! Ma usualmente ai giornalisti interessa la band di successo, invece abbiamo scoperto un impegno quasi maniacale. Tutti si stanno mostrando positivi nei nostri confronti.

Pensi ci sia un motivo preciso, che vada oltre gli impegni promozionali sospinti dalla casa discografica?
Allison: ha sicuramente a che fare con l’origine locale del genere

Avete riascoltato il disco, a distanza di qualche mese dalla pubblicazione? dove siete adesso musicalmente?
Allison: Adesso ci sentiamo molto più confidenti in noi. Aver accompagnato la tournée di Robin Hythcock ed essere vissuti a stretto contatto con Peter Buck dei R.E.M ci ha fatto conoscere meglio anche il linguaggio del folk rock americano di cui lui è grandissimo conoscitore, mentre Robin ci ha mostrato un’attitudine che è quella dei grandi, di chi non molla, di chi si motiva sempre in qualche modo nuovo, anche andando contro corrente e contro mercato

Ci vuoi indicare qualche altra formazione con cui dividete gusti e aspettative?
Allison: qualche nuova formazione da indicarvi ? sicuramente Circulus, una specie di via di mezzo fra Incredible String band e i Gong di David Allen con canzoni dal titolo “Power to the Pixies” e “My body is made of Sunlight“.
Absolutely Brilliant!

The Eighteenth day of May - The Eighteenth day of May
(Hannibal / Rykodisc)
www.theeighteenthdayofmay.com
www.rykodisc.com



Si tratta di un album di folk un po’ ipnotico e un po’ psichedelico questo debutto ufficiale dei londinesi The Eighteenth Day of May, che da una parte si rifà ai classici del folk (Bert Jansch, Martin Carthy) e dall’altra guarda alla psichedelia, inserendosi nell’ondata di revival acid-folk inglese di cui fanno parte diversi loro compatrioti (Circulus ad esempio).
Della psichedelia Gli 18th day of may sembrano ricordare quello stadio iniziale precedente all’esplosione vera e propria del genere, a cui molti gruppi anche inglesi seppero ispirarsi prima di prendere poi ognuno la sua personale direzione diversa (primo album dei Fairport Convention, primo dell’Incredible String Band).
Non in tutti i passaggi l’album è eccezionale, comunque restano delle buone idee sia dal punto di vista della produzione che della scrittura. Interessanti soprattutto i due brani più in forma di canzone ovvero Hide and Seek e Monday Morning's No Good Coming Down, mentre a volte risultano più dispersivi gli strumentali.
E’ comunque un debutto molto interessante e loro una formazione da continuare a seguire.

Giulia Nuti

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