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The Zincs - Black Pompadour
(Thrill Jockey)
www.thrilljockey.com

Extra intelligent post rock from Chicago’s best kept secret at their third album recorded by Tortoise’s John McEntire

Giunti al terzo album i chicagoani The Zincs restano una leggenda minore del post rock di quella metropoli. Con personaggi come John McEntire dei Tortoise dalla loro o la voce di Edith Frost che caratterizza tre brani del nuovo “Black Pompadour”, “Hamstrung and Juvenile”, “Rice Scars” e il bel duetto di“Lost solid Colors”, il gruppo pare muoversi ancora in un semianonimato che non rende giustizia alle loro capacità .
The Zincs rimandano indiscutibilmente ai locali The Sea & the Cake agli Steely Dan del secondo e terzo disco, ai Talking Head di Fear of Music, agli Hatfield & the North di Rotter’s Club (si ascolti la sviluppo armonico e contrappuntisti di ritmica e chitarra solista in “Coward’s Corral”) e/o ai successivi National’s Health.
In più The Zincs hanno dalla loro in “Black Pompadour” un gusto per le liriche double face che non è sempre presente nelle penne di quanti oggi gravitano in quest’area. Il merito va al principale compositore e voce del gruppo, l’inglese Jim Elkington, che riesce a disporre molte buone idee senza ammassarle tutte nella stessa canzone e senza mai cercare l’effetto a tutti i costi, in un album dove l‘uso concreto ed organico dell‘effettistica è invero ben presente.
Una consolidata geometricità anima lo stile di The Zincs e alla fine dei 43 minuti dell’album un alone di originalità avvolge l’ascoltatore attento, richiedendo un ripetuto atto d’amore verso la musica della band.
“Black Pompadour” è un album per intenditori, così si diceva una volta, e noi ce la sentiamo di sostenere in pieno questa affermazione. E’ il tipico disco che godi se sei preparato, se conosci, se sai cogliere le sfumature, le citazioni, gli acronimi, gli algoritmi e i trucchi.
Per gli altri, tutti gli altri, il cd può però risolversi in una bellissima scoperta alla stregua del disco degli inglesi “Fields Music” che con questi The Zincs paiono fare il paio.

Ernesto de Pascale

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