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Pop Levi - The return to form Black Majick Party
(Counter/ Family Affair)
www.poplevi.com

Devandra took the “Guru“, Pop Levi the “Metal” from New Glam Movement’s own 21st century boy.
No clone here, just a genuine contender for this year’s model!!!


Pop Levi, inglese, ora residente a Los Angeles grazie a una apparizione alquanto fugace nei Ladytron è davvero un giovane di talento con le idee chiare. E’ un serio contendente per lo scettro di Rè del nuovo Glam e il suo “ritorno agli antichi splendori” è solo un titolo vezzoso per chi non ha ancora sbagliato colpo ma il cui unico esploso ci pare essere andato perfettamente a segno!!!
Il Glam di Pop Levi è a tutti gli effetti molto californiano e ben poco brummy; sentiamo trasparire tutta una voglia di gioco, di doppi sensi che appartiene più alla gioventù bruciata dal sole californiano che massacrata dalle piogge britanniche.
Per i vostri personali riferimenti diciamo pure che l’album strizza l’occhio a Jules & the Polar Bears, The Knack, The Tubes, Cibo Matto, Sparks, Beck, Prince, Polyrock, B 52’s, al bubblegum dei sessanta, a The Turtles (“A Style Called Crying Chic“) e The Monkees, John & Yoko‘s “Istant Karma“, a The Seeds per l’attitudine vocale sfacciata e chi più ne ha più ne metta.
Il cd scorre veloce e felice a testa alta e questo pensiamo possa essere importante per un ascoltatore che cerca contenuti oltre i confini del conosciuto.
A dirla tutta siamo davanti a un Retro Futurismo Totale in “The return to Word Black Magic Party“, basti ascoltare “Pick Me Up Uppercut“, “Skip Ghetto“ o “Morning Light“, una “Trampled Underfoot “ del 2007 ma assolutamente credibile per autorevolezza e convinzione. Le mani sicure di Thom Mohan, già partner tecnico di Devendra Banhart, chiudono il progetto aggiungendo autorevolezza e focalizzando lo sforzo dello scozzese, smorzando i passaggi copia carbone per favorirne quelli più bizzarri e originali.
Una fervida ossessione aleggia, insomma, nelle 11 canzoni dell’esordio di Pop Levi e accendono il sorriso nell’ascoltatore smaliziato.
La collezione - il recensore ne è certo - farebbe il piacere di uno svengali del pop losangelino come Kim Fowley, che ha sempre sostenuto questo genere di composizioni e ne sottolinea il ruolo a volto dimenticato dell‘anziana pop icon.
Non meravigliatevi, quindi, se vi scoprirete a chiedervi da quale pianeta di alieni provenga Pop Levi e da dove gli cada addosso tutta questa follia. Essa è frutto di una non comune creativa, pur sempre misurata da una voglia di appartenere a un passato/presente che Pop Levi par dire “se mi lasci ti cancello“.

Ernesto de pascale

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