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Sharon Jones & the Dap-Kings - 100 Days, 100 Nights
(TAT-017 – France – 2007)
www.daptonerecords.com

Seventies’ style Rhythm’n’blues, Sharon Jones & the Dap Kings deliver a bunch of great songs with a classic approach to the genre. However, this is not the same old stuff; this is a first rate product crafted around an amazing voice.

Sharon Jones – già vista in Italia nell’estate 2006 - non é l’ennesima scoperta di un business musicale ormai senza teste pensanti: quarant’anni fa una voce così avrebbe dato fastidio a molte delle stelle d’allora, purtroppo la Jones è un’artista nata troppo tardi – classe 1956 - per godere di qualche influsso benefico della epoca d’oro del rhythm’n’blues e della soul music. Gode di popolarità relativa anche negli States, nonostante abbia una capacità non comune di passare da un versante all’altro dell’arte del cantare. In questo suo terzo album, è il bassista Bosco Mann a dare l’impronta compositiva, ma anche Homer Steinweiss, batterista e il sax tenore Neal Sugarman hanno buona propensione alla scrittura. I primi due pezzi, “100 days, 100 nights” e “Nobody’s baby”, hanno i crismi dell’hit da classifica a causa dei bridges particolarmente accattivanti. Un prodotto di classe fatto in casa, con una band numerosa – otto in tutto – senza assoli devastanti, giusto qualche stacchetto, ma un sound totalmente vintage, missato un filino più indietro della voce, come si faceva sui vecchi, pesantissimi, vinili dell’Atlantic. Detto en passant, sembra che i Dap-Kings siano corteggiatissimi, da Robbie Williams a Amy Winehouse. Insomma, siamo davanti a roba fina - una musica per intenditori o per amanti del genere – con un solo vero difetto, la lunghezza della performance che si chiude dopo nemmeno trentaquattro minuti. Questo di fare CD corti é diventato un vezzo, spesso giustificato dall’intenzione – comunque lodevole – di fare un prodotto di qualità. Gl’acquirenti, peraltro sempre più scarsi, potrebbero obbiettare che un artista dovrebbe aver qualcosa di più corposo che 30 minuti soli di musica di un qualche valore .... last but not least, i CD non sono esattamente venduti a buon mercato...

Luca Lupoli

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