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Violino e feedback, musica da strada e jazz di New Orleans,
rock e una straordinaria abilità nella scrittura.
E' proprio un nobile animale e produce uova d'oro...

Andrew Bird - Noble Beast
(Fat Possum)

An incredible musician from Chicago : Andrew Bird. A particular style based on classic violin,folk,rock and New Orleans and an astonishing skill in writing songs. In the last years he got pop and with this record we hope he'll manage to get broader audiences.

Sono diversi anni che Andrew Bird, poliedrico violinista di studi classici, incide dischi. All'inizio con uno stile che si rifaceva decisamente all'esperienza compositiva di Kurt Weill e dei lieder tedeschi,poi orientandosi con la sua band The Bowl of Fire verso un pop di altissimo livello comprendente istanze diverse. Testi intelligenti,con parole difficili e lo swing di un gruppo minimale alle prese con la street music,il folk,il rock e una passione per il suono di New Orleans. In una simile condizione basta un attimo,una sfumatura e si cade nell'antico o,ancor peggio,nell'unire insieme un'accozzaglia di cose senza scopo apparente. Non è così nel caso di Noble Beast,ultimo album di Andrew Bird pubblicato dalla Fat Possum dopo aver inciso con la Righteous Babe di Ani Di Franco un bel disco nel 2007 (Andrew Bird & The Mysterious Production of Eggs) oltre a diversi altri dagli anni '90.
L'album si apre con Oh No una canzone già nelle playlist di molte radio importanti che sembra destinata ad avere più che buoni riscontri. Melodia aperta,sognante,adatta a strappare un sorriso e a reincanalare la giornata sul binario giusto speriamo sia la chiave per il musicista della città del vento per aprire le porte giuste. Il violino regna in Masterswarm,ballata che si apre con chitarra acustica e voce che le danno un sapore di folk e di certe cose dei Radiohead. Come sovente accade nelle sue canzoni a una introduzione di un certo tenore segue una parte centrale dove la melodia decolla,entra la band,i violini e le tastiere a rendere il quadro completo. Una struttura che si potrebbe definire classica quella che usa Andrew Bird nel suo progetto musicale. Progetto che non è mai uguale a se stesso come prova la successiva rock-pop Fits & Dizzyspells che ci porta alla contemporaneità di certo rock minimale dal sound leggero mutuato da gente come Jonathan Richman e altri cani del deserto,un suono ricercato con testi che lo sono altrettanto.
L'album si fa ascoltare con gran piacere dato che ogni canzone ha una sua peculiarità che la rende appetibile per un ascolto curioso e difficile da intrappolare in uno schema preciso che non sia quello della qualità come in Not a Robot but a Ghost o in Suverian,la notevole ballad che troviamo verso la fine del disco. Un disco molto ben arrangiato,semplice,dotato di una sua cifra stilistica complessa e un eclettismo che ci fanno venir voglia di andare a ricercare i precedenti album di Andrew Bird.


Alessandro Mannozzi

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