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LIVE

Roger Daltrey
Teatro Comunale, Firenze
20/03/2012

(c) New Press Photo

Roger Daltrey ringrazia e nomina lo storico compagno di palco Pete Townshend durante la sua esibizione di fronte al pubblico fiorentino nell'ambito del tour dedicato all'esecuzione dal vivo dell'intero album Tommy, opera rock per eccellenza e quarto lavoro in studio degli Who, di cui Daltrey è da sempre la voce. Pete (negli Who mente e chitarrista) sul palco questa volta non c'è e Roger sa perfettamente che non sono gli Who ciò che presenta dal vivo in questo tour. Ciò nonostante, è un concerto altrettanto esplosivo e coinvolgente.
Sul palco con lui ci sono Frank Simes alla chitarra, abile direttore musicale dell'intero progetto, Scott Deavours alla batteria, Jon Button al basso, Loren Gold alle tastiere e uno straordinario Simon Townshend alla chitarra, talentuoso fratello minore di Pete, che Daltrey, ironicamente, presenta come “mio fratello, Simon Daltrey Townshend”.
Il pubblico, seduto sulle poltrone della splendida cornice del Teatro Comunale di Firenze, location non convenzionale per un concerto rock nel più genuino dei sensi, si scalda al solo attacco delle prime note dell'Overture di Tommy.
Il concerto sta entrando nel vivo e Roger inscena il primo dei suoi celebri mulinelli con il microfono quando un guasto tecnico genera un black out di palco che sospende il concerto per oltre mezz'ora.
Daltrey ci scherza sopra dando prima la colpa al “fantasma dell'opera di Firenze”, e poi invitando gli italiani, nonostante la crisi, a pagare quantomeno la bolletta della luce.
Poco male, il pubblico porta pazienza e lo sostiene con gli applausi, Daltrey prende l'inconveniente con lo spirito giusto e quando torna sul palco riprende lo spettacolo esattamente da dove si era interrotto, sulle note di una grintosa Amazing Journey.
Da quel momento è solo un lungo e continuo crescendo. L'entusiasmo del pubblico è tangibile nel momento in cui, su Christmas, per la prima volta nella sala risuona l'inconfondibile “Tommy can you hear me?”.
Cousin Kevin è un tripudio di armonie vocali, Pinball Wizard l'immancabile momento di trionfo in cui Daltrey torna a roteare il microfono (disciplina in cui è lui il vero mago, “wizard” appunto).
Simon Townshend sorprende per l'entusiasmo con cui si cala nel suo ruolo (o in quello di suo fratello), per come suona e specialmente per come canta. Strepitose le sue interpretazioni di brani come Acid Queen.
Finito Tommy, eseguito per intero, tra gli applausi, è il momento di ricominciare dagli Who. La band parte con I can see for miles per procedere attraverso nove brani della storica formazione, tra cui bellissime versioni di Behind Blue Eyes, Who are you, My generation.
Nel mezzo una piccola perla: Townshend che canta e suona meravigliosamente, in acustico, la sua The Way it is.
La conclusione è affidata a Baba O'Riley e poi, prima di salutare il pubblico, a Without Your Love, brano dal repertorio solista di Daltrey che l'artista dedica agli spettatori dicendo “senza il vostro amore non sarei ciò che sono”.
Lo spettacolo è diverso dall'ultima incarnazione degli Who, che chi scrive ha visto dal vivo nel 2006. Allora c'erano, oltre a Pete Townshend, Pino Palladino al basso e Zak Starkey, figlio del celebre Ringo Starr ed erede spirituale di Keith Moon, alla batteria.
Ciò in cui Daltrey riesce alla perfezione è che quando ci si alza dalla poltrona, dopo aver visto il “suo” Tommy, l'ultima cosa che viene da pensare è “certo, però, gli Who....”.
Quello che si vede è emozionante, è travolgente. A suo modo, c'è davvero tutto quello che deve esserci.

Giulia Nuti

SETLIST

Tommy per intero
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I Can See For Miles
The Kids Are Alright
Behind Blue Eyes
The Way It Is
Days Of Light
Who Are You
My Generation
Young Man Blues
Baba O'Riley
Without Your Love

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