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Kasabian – Velociraptor!
(Columbia)
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Not really a prolific band (only four albums in seven years) the Kasabian reach their top with a disc made of 100 percent rock songs.

Con un gong e una tromba vagamente morriconiana, così si apre Velociraptor!, il nuovo disco dei Kasabian. Cinquanta secondi di pathos che introducono Let’s Rock Just Like We Used It, una canzone dal titolo profetico.

Profetico, perché questa volta la band inglese, a sette anni dall’esordio, ha inciso il disco della vita. Velociraptor! è album rock nell’anima, divertente e piacevole dalla prima all’undicesima canzone, pieno di riff, ritornelli e stacchi da repertorio, senza pause o punti morti, di alta qualità.

Gruppo sempre rimasto fedele a sé stesso – anche mentre altri si godevano successi magari effimeri con dischi fin troppo commerciali o strizzando l’occhiolino alla moda – i Kasabian raccolgono infine i frutti del loro purismo.

Che qualcosa di grande sia passato nelle menti dei cinque inglesi si comprende dopo aver ascoltato i primi cinque pezzi ed essersi resi conto che il piacevole singolo Days Are Forgotten non regge il paragone con la canzone di apertura, con Goodbye Kiss, con la scatenata title-track e soprattutto con La Fée Verte, capolavoro dell’intero album, che parte beatlesiano e termina in un ritornello festoso che non si toglie dalla testa, per ora la canzone dell’anno.

Arrivati a questo punto saremmo già pronti ad alzarci in piedi ed applaudire, ma non è finita qui: ecco quindi la lisergica Acid Turkish Bath, un piccolo ammicco all’elettronica con I Hear Voices e Switchblade Smiles, ma anche due veri pezzi rock come Re-Wired e Man of Simple Pleasure, il miglior riff dell’album. Chiude tutto Neon Noon, una canzone a metà tra i Beatles fase indiana e i Radiohead, introspettiva e delicata, dopo l’orgia di suoni dei quarantacinque minuti precedenti, garantisce un’uscita dolce dall’ascolto.

Quello che resta la piacevolissima sensazione di essersi goduti un album di “vera” musica e “vere” canzoni, qualcosa che è destinato a rimanere nei ricordi di questo inizio di anni ’10.

Matteo Vannacci

1. "Let's Roll Just Like We Used To"
2. "Days Are Forgotten"
3. "Goodbye Kiss"
4. "La Fée Verte"
5. "Velociraptor!"
6. "Acid Turkish Bath (Shelter From the Storm)"
7. "I Hear Voices"
8. "Re-Wired"
9. "Man of Simple Pleasures"
10. "Switchblade Smiles"
11. "Neon Noon"

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