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Elvis Costello, North
(Deutsche Grammophone)


La fama di artista eclettico e poliedrico per Elvis Costello, è cosa ormai nota, nel giro di pochi anni con la sua musica ha attraversato più generi musicali, ciclicamente ha toccato a più riprese, oltre al suo particolarissimo pop-rock, generi diversi come il jazz o la musica classica (splendido For The Stars con Anne Sofie Von Otter), o ancora il pop del disco scritto a quattro mani con Burt Bacharach. Reduce dal buon successo artistico del doppio esperimento rock di due anni fa, When I was cruel e Cruel/Smile, Elvis Costello ha ancora una volta cambiato registro, il cantautore inglese torna con un disco molto più soft e del tutto privo di chitarre nevrotiche e loop elettronici. Ora è finito ad incidere con la Deutsche Grammophone (Importantissima label specializzata in musica classica), il risultato è North, una raccolta di “ballads” di impianto orchestrale, al confine tra musica leggera, jazz e classica ma con una buona dose di sano pop. Questo disco di sicuro avrà creato scopiglio nei negozi di dischi dato che ormai si perderebbero le ore per decidere in quale scaffale riporre i risultati dei voli pindarici di Costello, questo per capire che ci troviamo di fronte ad uno dei più interessanti e prolifici songwriter-performer degli ultimi tempi. North è così il ventesimo disco di materiale inedito di Elvis Costello, e si posiziona come un'estensione in proprio del lavoro con Burt Bacharach del 1998, ascoltandolo in alcuni punti si ha la sensazione che possa essere messo di diritto anche al fianco di Juliet Letters, disco inciso con il Brodsky Quartet (presente anche in North) nel 1993, ma a differenza di quell’album in cui appariva solo come compositore e cantante, questo nuovo disco segna il completo controllo della produzione, della composizione e dell’organizzazione da parte di Costello. Le canzoni di North sono quindi a metà strada fra le torch-ballads più tradizionali ed i produttori contemporanei di Broadway come Stephen Sondheim (In questo sofisticato contesto, When I Was Cruel sembra un disco alieno), inoltre può senza dubbio essere considerato come l’espressione su disco della relazione di Costello con la cantante jazz canadese Diana Krall. Non è giusto però considerare North come un mero esercizio di stile jazz (come era stato detto per Juliet Letters), perché in questo disco si snodano numerose tematiche che vanno dalla disperazione per la fine di un rapporto e alla rinnovata speranza per nuovo amore, e questo emerge soprattutto dallo stile molto poetico dei testi, che nella loro semplicità svelano con sincerità i sentimenti dell’autore. A colpire non sono solo gli arrangiamenti molto vicini allo stile della Krall, ma il tutto che viene sapientemente filtrato con maestria ad un pop sofisticato dall’orchestra o dal quartetto Brodsky che si alternano nel corso del disco. In alcuni episodi si sfiora però la noia ma il tutto risulta compatto e man mano che l’ascolto procede, appare chiaramente come Costello sembri più interessato alla struttura, alla disposizione di ogni nota ed alle parole delle canzoni piuttosto che al risultato finale più puro. Di conseguenza appare normale che ci voglia un po' di sforzo prima di entrare nella ratio album, poiché difetta espressamente di quei classici standard pop o dei ritornelli scalaclassifiche. Questo non è assolutamente un difetto anzi il tutto è estremamente elegante e soprattutto suonato meravigliosamente da Elvis e dallo stellare cast di accompagnatori, che include gli ex Attractions Steve Nieve e Pete Thomas e il sassofonista Lee Konitz, il chitarrista Marc Ribot e il Brodsky Quartet, i Jazz Passengers e la Mingus Big Band, tutti collaboratori di vecchia data riuniti per l’occasione. E’ proprio da questo approccio nuovo che North appare diverso da Juliet Letters, e lo dimostrano pezzi come Someone Took The Words Away o la meravigliosa Still, che ne fanno un album specifico, personale dove le ambizioni serie del buon Costello si intrecciano con dell’ottima musica. Ballads come Let Me Tell You About Her o la conclusiva North presente solo virtualmente nel disco (dato che è disponibile on line sul sito ufficiale), avvolgono l’ascoltatore in un ambientazione poetica disillusa in cui a farla da padrone sono le parole sapientemente bilanciate con musiche uniche. Interessanti risultano anche l’ ode al cuore affranto di "You Left Me In The Dark" o all’amore appena nato di “I’m in the Mood Again”. Non delude affatto "North" e soprattutto Elvis Costello nei panni del crooner romantico che contempla mestamente le sue disavventure amorose in un atmosfera rarefatta e affranta, ottima anche la sua voce che che richiama molto da vicino quella di Nat King Cole. Esiste di questo disco anche un edizione speciale che include un bonus DVD, con tre filmati, che dire folli è poco, elemento questo perfettamente in linea con le tendenze di Elvis.

Salvatore Esposito

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