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Money Mark: demo or demolition
(Chocolate ind.)
www.moneymark.com



Money Mark aveva cominciato riparando tastiere in una bottega di Venice beach a tempo perso, fra un impegno e l’ altro con i suoi amici Beastie Boys: la cosa si è poi fatta seria e il giapponese ha iniziato a pubblicare album – grazie anche all’impulso dell’etichetta delle tre bestie, la Grand Royal, oggi defunta e altamente collezionabile – sempre più sfaccettati, la cui forza a stava nella frammentarietà e nella decomposizione di temi e armonie semplici ma mai scontate e ricche di grooves.
A qualche anno dalla sua ultima fatica giunge “demo or demolition”, extended play cui Money Mark ha potuto dedicare un po’ più di tempo visto che in “Ill Communication” i Beastie Boys hanno fatto a meno di lui e delle sue tastiere per un disco tutto dal sapore “old school”. La buona nuova è che Mark questo tempo lo ha investito bene, in composizioni meglio sviluppate e dal sapore inconfutabilmente losangelino.
Ne è venuto fuori un cd apparentemente senza troppe pretese che è invece una piccola bomba e si posizione accanto a “ ride this “ dei Los Lobos ( PDB, sett 04 ). Punto d’incontro il sax di Steve Berlin dei “Lupi “ ma anche la chitarra sporca di Smokey Hormel, già con Tom Waits, e l’armonica di G.Love che ultimamente comincia afarsi vivo più spesso. Dei sei brani presenti, spiccano “Three o’colck” e “break open my shell” mentre la conclusiva “never send “ vi offrirà una versione “power pop” di un artista di talento che magari non si farà mai notare a grandi livelli ma che con il suo lavoro da talpa fornisce nuove sollecitazioni a quelli che lo circondano.

Ernesto de Pascale




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