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Underfloor – Underfloor

Non suona certo come un disco di debutto, l'omonimo album degli Underfloor. Rivelatosi con il secondo posto al Rock Contest 2004, il trio fiorentino convoglia in nove canzoni almeno un decennio d'esperienza speso fra le pieghe del rock locale: basti pensare agli ottimi Pandora, il precedente gruppo del cantante e chitarrista Matteo Urro, o alla militanza nei Diaframma del bassista Guido Melis, per capire che ci troviamo di fronte a musicisti esperti e già dotati di un proprio suono. Gli Underfloor pescano le proprie influenze in un rock capace di essere potente ma anche emozionale (Radiohead e Pink Floyd sono due nomi citati dal gruppo stesso), e hanno il pregio innegabile di evitare l'epos ridondante che affligge molte formazioni simili. Lo confermano i primi secondi del cd, con il riff precisissimo di Nevica, un bel pezzo, forse il migliore della raccolta, dove viene messa in scena quella sospensione fra melodia e ruvidezza che è poi il gioco in cui la band eccelle. E' una piccola magia che si ripete qua e là, con Non So Correre, Consapevoli e il crescendo di Dissolversi a stabilire le coordinate di un lavoro la cui visione a volte pecca di troppa "uniformità", ma che nondimeno può dichiararsi già formata.


Bernardo Cioci


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