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Nektar - Evolution
(Nebula Records/ Eclectic)
www.eclecticdiscs.com



Già da qualche tempo intorno ai Nektar, vecchi pionieri del kraut rock, c’era clima di movimento. L’opera di ristampa da parte della Eclectic di gran parte del loro catalogo, di cui il Popolo del Blues già nei mesi scorsi si è occupato (vedi Il Popolo del Blues Giugno 2004) , preparava il terreno per un già da mesi annunciato nuovo album di studio. E finalmente, con i Nektar originali Roye Albrighton, Taff Freeman e Ron Howden in formazione, è arrivato “Evolution”. Come il titolo non a caso suggerisce, “Evolution” è l’album dell’evoluzione. Come è naturale che sia, la maturità per un gruppo rock comporta l’adeguarsi al passare del tempo, specialmente quando non si è più dei ragazzini e si decide di tornare sulla scena dopo anni di assenza. Tanto più questo vale per un gruppo di progressive pesante e rumoristico come sono stati i Nektar negli anni Settanta. Il ritorno discografico del gruppo, allora, ha tutt’altro che il sapore del passato. “Evolution” è tutto un altro sound, un’altra riflessività, un altro mondo. I Nektar conservano appena le loro coordinate stilistiche generali e si abbandonano per lo più ad una vena di pop adulto, e se è vero che il gruppo ha ancora qualcosa di vintage addosso, l’album segue molto gli stilemi moderni. Non che la modernizzazione sia un male, è che qui ci toglie la soddisfazione di dire che un gruppo che allora faceva con testardaggine quel che voleva, a distanza di trent’anni fa ancora la stessa cosa. E, non fraintendiamo, ad ascoltare oggi dischi dei Nektar come”Journey to the centre of the eye”(1971) o “A Tab in The Ocean” (1972) qualcuno potrebbe prendersi (ancora) spavento, mentre “Evolution” ha senza dubbio un aspetto più affabile. E’ solo che, nell’odierno panorama musicale, un sano disco sporco e rischioso come i Nektar erano abituati a fare poteva essere davvero salvifico e rigenerante, soprattutto perché qualche oltraggiosa testimonianza di fede allo spirito della vecchia scuola continua ancora a far del bene a molti.

Giulia Nuti




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