.


Istituto Barlumen plays Leon Country
(Ponderosa Music&Art)
www.barlumen.com



La boutade mediatica legata a Leon Country, dalla Louisiana, l’inventore del rock’n’roll dimenticato per via della sua ostinazione a non voler lasciar traccia registrata della propria musica, è andata avanti per un po’ sulle frequenze di Remix, su Radio Rai, coinvolgendo personaggi importanti fra cui lo scrittore Jonathan Coe, il fumettista Art Spiegelman, Umberto Eco e addirittura l’ex Segretario delle Nazioni Unite Kurt Waldheim. Senza contare l’ovvia schiera di musicisti importanti, tutti chiamati a fornire una testimonianza, una storia, un parere – ovviamente tutto falso – sulla mitologia di Leon Country, colui che più di tutti e prima di Elvis, Dylan o i Beatles, ha cambiato la faccia della musica popolare. Fatti i complimenti a chi ha ideato una messinscena del genere, idea sempre coraggiosa e difficile da realizzare, nonché tutta la complessa mitopoietica legata ad una figura inesistente, rimane un disco che non riesce a togliere alcuni dubbi. Il più insistente è: serviva tutto questo? Un album di “reintrepretazioni” di Leon condito dalle inevitabili testimonianze registrate di vari nomi famosi, una manciata di canzoni prodotte in chiave moderna e con vaghi tocchi elettronici. Non che Gaetano Cappa e Pacifico, i due autori chiamati a mettere in musica il genio, abbiano scritto pezzi poco validi, basta prendere in esame il country virato bossa di (Nothing But) a Lonesome Heart o quello pianistico di Standing Room Only, ma anche l’ottima Living not Living, che in altri vesti sarebbe degna del miglior pop italiano. Così com’è ci troviamo per le mani un buon souvenir della trasmissione, ma sarebbe stato interessante sentirne i momenti più brillanti in italiano ed in un contesto proprio, non dietro la maschera del grande Leon.

Bernardo Cioci

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.

eXTReMe Tracker