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Federica Bosco

INTERVIEW

Intervista a Federica Bosco


Federica Bosco ha gli occhi grandi, azzurri, sinceri. I capelli biondi raccolti in una coda. Un grande sorriso. È vestita sportiva. Si scusa per le infradito rosa da spiaggia. “Son le uniche scarpe che posso mettermi in questi giorni – si giustifica. - Mi son fatta male a un dito del piede mentre facevo la vendemmia”.
Federica sta facendo la vendemmia per pochi euro l’ora. Lei, una delle scoperte e delle promesse della letteratura italiana. Due libri all’attivo, ‘Mi piaci da morire’ e ‘Cercasi amore disperatamente’, 75 mila copie vendute in mezzo mondo. Ma ha voluto comunque dedicarsi alla faticosa raccolta dell’uva. “L’ho sempre fatto” dice. Anche se la sua vita, il suo lavoro, la sua passione ora, è la scrittura.
Una dote naturale che aveva dentro forse da sempre, ma che non conosceva.
“Nella mia vita avevo solo tenuto il diario segreto, mai niente di più. Poi tre anni fa, d’estate, ho cominciato a scrivere. Ero rimasta sola, non potendo partire per le ferie per motivi di lavoro. In casa, a Tavarnuzze, non sapevo che fare. Ho cominciato a scrivere. Io, appassionata di commedie americane, ho cominciato a comporre una storia ispirata alla mia stessa vita. L’ho ambientata a New York, una città che non avevo mai visto, ma che nel mio immaginario ha una magia, un grande potenziale, come se qualsiasi sogno lì possa realizzarsi”. Il problema, ricorda, fu decidere come scrivere, se in prima o in terza persona. “Allora ho deciso di comporlo sotto forma di diario. E da lì non mi sono più fermata. Credevo di non portare a termine il racconto, come ho fatto tante volte nella vita con le passioni del momento. Invece mi veniva da scrivere di getto. La mattina mi svegliavo con la voglia di mettermi al tavolo a comporre”. E la storia di Monica, 31 anni, abitante di New York nasce così, parola dopo parola. La sua vita da ‘single cronica’, il lavoro per due acide vecchie zitelle in un negozio di stoffe pregiate, il suo sogno di diventare una scrittrice, come Salinger. Monica convive con una cantante di colore esperta di astrologia e un gay che vorrebbe adottare un bambino, e tutti gli appuntamenti al buio che gli amici le organizzano finiscono puntualmente in disastri sentimentali. Le pagine aumentano, il libro arriva quasi a termine, ma a Federica non basta. Comincia un altro racconto, alterna la scrittura di un romanzo a quella del secondo.
“Quando ho terminato il primo l’ho inviato ad alcune case editrici, quasi per gioco, pensando che lo avrebbero buttato via”. Invece due editori la chiamano: vogliono pubblicare il suo romanzo. Federica sceglie la Newton & Compton. Decidono un titolo insieme: “Ti amo da morire”. Dopo pochi mesi esce nelle librerie. Va a ruba. Ne escono 17 edizioni. Viene tradotto in altre 3 lingue. Vende 45 mila copie. Arrivano le telefonate di altri editori, grandi nomi di case editrici.
Quasi senza pensare al successo inaspettato, Federica conclude la stesura del secondo libro. “Cercasi amore disperatamente” con protagonista Arianna, esce a maggio scorso e a pochi mesi di distanza è già a 30 mila copie vendute e tre edizioni.
Un successo strepitoso, arrivato all’improvviso, inatteso. E tra poco “Mi piaci da morire” diventerà un film, grazie a un accordo tra la Newton & Compton editori, la Film Bridge di Torino e la Compagnia Leone Cinematografica. Regia o sceneggiatura saranno affidati a Vanzina. “Sono emozionata, non ci credo – dice Federica. – Spero mi coinvolgano nella sceneggiatura, perché possano realmente interpretare quello che ho scritto. Ma ho anche paura: ora si comincia a fare sul serio”
La scrittura per Federica è diventata una compagna di vita. Da qualche tempo un amico le ha aperto un blog. Ha cominciato ad aggiornarlo per diletto, scrivendo tutto ciò che le passava per la testa. Poi si è accorta che in tanti leggevano il suo diario virtuale, che attendevano nuovi aggiornamenti, partecipavano ai forum di discussione e le rispondevano. “Dal blog sono nate delle belle amicizie, a volte ci ritroviamo a cena. E ho saputo che alcune persone in un momento difficile della propria vita hanno trovato nuovi amici, non sono più state sole, hanno affrontato le difficoltà con la nostra vicinanza”.
Federica parla, racconta la sua vita, è un libro aperto. Racconta di come è stata difficile la sua infanzia, coi genitori che si sono sposati tra loro due volte e altrettante si sono separati. “Il secondo divorzio – dice – è stato un trauma dal quale non mi sono mai ripresa. Soffrivo e pensavo che questa sofferenza non avrebbe avuto mai fine. A 19 anni sono andata a viver da sola, per avere quella casa che non sentivo di avere mai avuto”. Fa l’animatrice nei villaggi turistici, poi tanti lavori tutti saltuari e a breve termine. Non sembra trovar mai pace. “Continuavo a seguire gli aquiloni fuori dalla finestra. Non avrei mai pensato di avere un talento come quello della scrittura. Ma mi capita spesso di scoprire cose inconsuete: per esempio so portare in tavola strane ricette messicane, ma di non saper cucinare la pasta aglio e olio”.
Federica ammette di non riuscire a stabilire delle relazioni affettive durature. “Non riesco a buttarmi totalmente in una storia, come se avessi delle remore. Non riesco a fidarmi. Invece nella scrittura mi realizzo: hai il potere di un burattinaio, puoi far terminare le storie in un modo o nell’altro, puoi mettere i tuoi difetti e i tuoi pregi nei personaggi”.
Nei suoi libri Federica racconta di sé, delle sensazioni di quando era bambina, dei sogni dell’adolescenza, del primo amore, dei ricordi più belli e quelli più brutti. Unisce episodi di vita vissuta a storie inventate.
Nei libri ha trovato un’altra dimensione. Forse perché in questa vita Federica si sente un po’ ‘diversa’. “Alle presentazioni del libro mi vergogno, mi intimidisco. Mi piace parlare, ma mi sembra strano che qualcuno mi ascolti. Hanno letto i miei libri, sanno praticamente tutto di me senza conoscermi. E io ‘me la faccio sotto’. Preferisco gli amici alla notorietà. Non riesco proprio a ‘tirarmela’” scherza.
“La mia – dice – è una generazione di statistiche: ci ritroviamo a ricordare insieme gli anni ’70, gli anni ’80. Avevamo tante speranze andate deluse. I ragazzi di oggi, i ventenni, hanno meno paure, son più veloci, più svegli, non hanno vergogne, ci passano avanti. Le giovani che scrivono libri sono capaci di scrivere tutto, tutto. Io invece non potrei mai farlo. Mi vergogno. E se lo leggesse mia madre?”.
Federica è single. Il giorno del suo compleanno nel blog ha scritto i regali che vorrebbe ricevere. Tra questi l’antispam contro i brutti sogni, un’ora dei suoi dieci anni, l’amato nonno. Al primo posto c’è il kit dell’uomo perfetto e fedele. “Ma so che non esiste. Nella vita tutto cambia da un giorno all’altro. Vedi mio padre: a 60 anni si è risposato e ha messo al mondo una splendida bambina. Non credo all’amore, ho paura di essere abbandonata, che finisca male. Le storie avute finora, mi hanno fatto così male, non ho voglia di farmi spezzare ancora le ossa. Per questo mi bastano gli amici, l’amicizia è più fedele. E poi se l’amore deve arrivare, arriverà”.
Intanto è arrivato il successo. Federica Bosco sta scrivendo un terzo libro. Sa che i suoi lettori aspettano solo il momento della pubblicazione, “ma so anche che c’è qualcuno che aspetta solo un mio errore, un tonfo che distrugga questo mio sogno”. Ma non ha paura. “So che potrebbe capitare, ma lo accetterò. Sono abituata a cambiar lavoro spesso, continuerò a farlo. E se invece andrà bene, non potrò che esserne contenta”. E godersi il suo successo davanti a una pizza con gli amici e con i suoi grandi occhi che sorridono al futuro.

Manuela Plastina

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