. My Morning Jacket – Okonokos

My Morning Jacket – Okonokos
(Ato)
www.mymorningjacket.com

Kentucky’s favorite My Morning Jacket salutes The end of Innocence, before entering in the Real Big League and never turn back

“Okonokos” pubblicato in concomitanza con la tournee europea di spalla ai Pearl Jam, chiude il lungo primo periodo della storia dei kentuckiani My Morning Jacket, quel periodo che ha avuto il proprio apice nel precedente ed, ad ogg,i ultimo album di studio, “Z”.
“Okonokos” è pensato per riassumere per coloro i quali non sono in confidenza con il repertorio del quintetto la cui storia comincia davvero dal basso e da lontano. Per dare ordine e logica a ciò che accade dentro e intorno ad “Okonokos” sosteniamo che è evidente che la band sia giunta a un momento topico della propria carriera e ciò è confermato dalle sadiche autobiografie in cui i cinque componenti si danno per defunti, nel bel libretto del doppio cd. Quel che più colpisce sono i cinque moduli con cui i My Morning Jacket si auto etichettano : Country rockers, Space rockers, Prog rockers, Indie rockers, Industrial rockers.
I cinque termini usati da 27enni componenti del gruppo (27enni?...) sono tutti azzeccati e se non definiscono fino in fondo il gruppo danno una cornice allo spazio musicale dei ragazzi, basti ascoltare “The way that he sings” per comprendere che non siamo poi così lontani da quei campi d’azione tutti in uno.
Jim James, front man e cantante/chitarrista ha una voce corposa e particolare che sforza al limite del possibile in “What a wonderful man”, uno dei brani migliori di “Z”, dal vivo carico e saturo come non mai. Colpisce la precisione, la violenza ma allo stesso passione con cui My Morning Jacket picchiano sugli strumenti con un ardore tutto sudista che niente ha di musicale con i classici gruppi dei settanta di quello stile se non in attitudine come nella pesante “Off the record” che manda il pubblico in visibilio in una coda pseudo dub che potrebbe essere uscita da “A Secerful of Secrets“ dei Pink Floyd, suonato dai giamaicani di Brixton dei primi ottanta Basament Five (chi se li ricorda?).
“Okonokos” è un ottima introduzione a una grande formazione, sottolineamolo ancora!, e lancia un preciso segnale verso il pubblico europeo che potrebbe apprezzarli moltissimo, forse più dei Gov’t Mule, per quello spirito vagamente prog che non li abbandona mai e per quella vaporosa formula da Great American Cosmic Music che attraversa brani più melodici come “Golden“. Attenzione quindi al prossimo disco perché sarà quello che farà la differenza come è stato per “Z” di cui questo “Okonokos” è compendio giusto ed inscindibile e di cui ci auguriamo poter vedere presto girare nei nostri negozi anche una versione dvd.

Ernesto de Pascale

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