. Ray La Montagne - Till the sun turns black

madeleine peyroux Ray La Montagne - Till the sun turns black
(Rca)
www.raylamontagne.com

Intimate, delicate difficult second album for a man very much by his own

Va controcorrente il trentatrenne cantautore del Maine, reduce dalle 350 mila copie americane di “Trouble” un esordio tenuto nel cassetto per almeno 3 anni, un album sulla scia di “Astralweeks” di Van Morrison in cui la voce carta vetrata di Ray scalava la montagna sacra dell’atmosferico mondo cantautorale dello stesso.
Oggi con “Til the sun turns black” lo schivo giovane – look da Charlie Manson, sguardo pensoso rivolto assieme ai pensieri altrove! - La Montagne ripercorre le memorie più intime della propria migliore compagna, la solitudine.
Brutta bestia la solitudine, lo sai, ti mina dentro fino a che non ti escono brani come l’iniziale “Be here now“ o “Empty” che poteva essere uscita dalla pena di John Cheever, un nome non scomodato a caso ma esortato dallo stesso Ray.
Preciso come un cambio di stagioni nel New England, il nuovo album è la colonna sonora di un viaggio in quella parte d’America da dietro il finestrino di una automobile con il mondo che ti scorre fuori. Intenso, melanconico, passionale e fragilissimo il mondo di Ray La Montagne non è quello del successo che pare essergli cascato fra capo e collo ma il mondo delle albe dei tramonti, del freddo inteso e dei cieli azzurri estivi.
La musica sembra un meccanismo capace di sbloccare il blocco emotivo adolescenziale di Ray ma ora –secondo sua stessa ammissione – potrebbe riversarsi contro. Speriamo non sia così: “Til the sun turns black” è un disco che ti entra dentro silenzioso e ti sale dentro, qui e lì esplode con più semplicità, “ Barfly”, “ three more days” la più radiofonica, ma, più in generale è un album che chiede essere ascoltato per intero. E’ un po’ come sparare sulla croce ossa citare The Band come ispirazione ma non se ne può fare a meno. Considerata l’ossessiva reclusione del personaggio possiamo solo sperare che il successo –annunziato, in Gran Bretagna nell’estate 2006 non si ascoltava altro che il primo disco- di questo nuovo album non disturbi più di tanto il 33enne artista americano. Una menzione alla atmosfera delo straordinario studio Allaire, upstate New York, www.allaire.com, presso cui il produttore Ethan Johns, figlio del celebre Glyn, ha saputo creare il setting atmosferico giusto per Ray la Montagne. Essenziale l risultato generale.

Ernesto de Pascale

Track list

1. Be Here Now
2. Empty
3. Barfly
4. Three More Days
5. Can I Stay
6. You Can Bring Me Flowers
7. Gone Away from Me
8. Lesson Learned
9. Truly, Madly, Deeply
10. Till the Sun Turns Black
11. Within You

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