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Anteprima festival della creatività 2008
Ron Geesin
Live @ Museo degli Uffizi, 20/10/2008

Ron Geesin si presenta a Firenze preceduto dalla generosa nomea di “quinto Pink Floyd”. Almeno così recita il comunicato stampa. L’anteprima del Festival della creatività tenutasi ieri alla galleria degli Uffizi ha lasciato, onestamente, l’amaro in bocca. L’evento, limitatissimo e super esclusivo, non era esclusivo affatto: la riprova sta nelle svariate scolaresche che affollavano la galleria e nel fatto che diverse giornalisti, me compreso, hanno dovuto seguire il concerto dalle retrovie, militarmente parlando. Curioso anche il fatto che si sia scelto di rappresentare la creatività tramite “Atom heart mother” disco del 1970, pubblicamente dileggiato, misconosciuto ed infine rifiutato dagli stessi Floyd in numerose interviste nel corso degli ultimi vent’anni.
Ron Geesin, pantaloni beige e maglietta bianca si presenta sul palco urlando qualcosa in tedesco (credo) ad un pubblico stupito: corre fra le file di sedie torturando il suo banjo per poi fermarsi a fissare attonito le statue presenti nella galleria denotando una notevole comicità psichedelica.
La domanda nasce spontanea: “Ci è o ci fa?”
L’impressione iniziale è che la vita rock ‘n’ roll del versatile Geesin abbia lasciato dietro di sé qualche strascico lisergico. Nell’ora circa di concerto la celeberrima suite di Atom Heart Mother trova purtroppo poco posto in scaletta. Il momento più interessante è probabilmente il racconto della genesi di quel disco ma i dettagli rivelati sono quelli risaputi e la storia ormai è trita e ritrita. L’empasse artistico dei Floyd, la copertina volutamente spartana, i litigi in cabina di regia negli studi londinesi. Nel mentre, sugli schermi ai lati della galleria, scorrono le foto di produzione del disco dove compaiono i tecnici delle EMI, il pacchetto contenente il master del disco e il famoso articolo dell’Evening Standard dal quale fu tratto il titolo per il disco. Nulla di trascendentale insomma.
Ad accompagnare Ron Geesin in alcuni brani della sua stramba esibizione ci hanno pensato la talentuosa violoncellista Caroline Dale ed il chitarrista Federico Maremmi. Nel complesso la serata è stata sicuramente curiosa ma viste le premesse ci si aspettava decisamente di più. La cosa migliore rimane la location, assolutamente suggestiva ma forse non proprio adatta ad ospitare un pubblico di queste proporzioni.

Davide Agazzi

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