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Dungen - 4
(Subliminal sounds)
www.subliminalsounds.ce
www.dungen-music.com

Excellent psychedelic smooth offering by Sweden ‘s number one cinematic band

L’inizio dell’album è subito un sussulto : accordi che suonano come gli esordi dei Soft Machine, un drumming leggero, una ventata di Canterbury sound. E’ invece il quarto album di studio degli svedesi Dungen di Gustav Ejestes , psichedelia morbida con eco westcoastiane alla Dead e QMS e ruggiti chitarristici che azzannano tempi e spazi (Samtidigt 2) mentre un gusto cinematico colora sobriamente e con spirito jazza appare l’orizzonte sonoro ( Badhagen).
4, come tutti i grandi dischi di vera psichedelia è un album basato sulle intuizioni : il nuovo batterista Johan Holmegard insieme al chitarrista Reine Fiske e al bassista Mattias Gustavsson assecondano Ejstes che per l’intero album rifugge la chitarra in favore del piano lasciando a Fiske l’onere e il piacere di assoli sempre inventivi e evocativi. I quattro hanno tornito un suono davvero unico e originale con arrangiamenti narrativi che non esimono la band dal buttarsi a capofitto in ambientazioni rock blues quando il brano lo richiede. Una grande maestria tecnica permette quindi ai Dungen di gestire la musica proprio sull’onda di quella intuizione di cui sopra mentre azzeccati passaggi sushine pop al limite del lussurioso invadono l’area dell’ascoltatore. Ecco allora che 4 segna un passaggio e un deciso volta pagina nella carriera del gruppo che passa da essere una misteriosa band underground a una delle migliori indie band al mondo. Con un disco che è l’ album meno rock della loro carriera Dungen sigillano un suono: pochi secondi ed è subito chiaro lo stile, le intenzioni, la proiezione sonora di un quartetto ricco di originalità. Considerando che il gruppo proviene dal già bellissimo Tio Bitar ci sarebbe da chiedersi da quale pianeta arriva tanta unicità ma lasciamo che sia la musica a parlare ! In 10 brani per un totale di 37 minuti e 38 secondi una bella quantità di bella scrittura creativa entrerà in casa di chi decide per Dungen: una ventata di aria fresca, un disco che compete con i californiani The Alps per lo scettro del miglior album psichedelico del 2008 e che mostra la felice sintesi intuitiva di chi, muovendosi ai bordi del sistema, riesce a produrre una musica davvero incontaminata ben oltre i confini dell’underground.

Ernesto de Pascale

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