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Mark Eitzel - Klamath
(Decor/Good Fellas)

Mark Eitzel anima brumosa e romantica di San Francisco è un artista rimasto sempre in disparte. Un pregio che in Klamath, album solista che prende il nome da un fiume a nord della Bay Area, ce lo mostra impegnato in canzoni minimaliste (Antennas) ma dotate di un magnetismo che immobilizza l’ascoltatore (What Do You Got For Me ).
Ultimo esponente della Great American Cosmic Music formalizzata da Gram Parsons, Eitzel con canzoni dai toni pastorali (The White of Gold), la cui melanconia si sposa perfettamente con un gusto armonico altamente definito, sfida ciò che resta del mercato con una curva a gomito, rifiutando di capitalizzare la reunion dei suoi American Music Club e l‘album del 2005, Candy Ass.
Klamath non fa rimpiangere la band.
Franz Nicolay degli Hold Steady, Marc Capelle degli stessi American Music Club oltre a Dave Douglas (dal giro di Kelley Stoltz) aiutano il cinquantenne Mark ad esprimersi a dovere senza mai allentare la tensione e sfruttando il tono magico e misterioso di una California ancestrale (si ascolti a questo proposito I Lived In This Place che descrive degnamente il ritorno alle origini) di cui è facile dimenticarsi (Remember).

Hrandi V.Bakshi 2009

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