An acoustic, bitter dream
Un album di Vic Chesnutt non è mai un fatto banale. La sua personalità infatti è molto complessa, anche per i tanti problemi che ha dovuto affrontare a partire dall'incidente che gli è costato l'uso delle gambe agli abusi di alcol e droghe. Ma al tempo stesso Chesnutt è un artista molto attento a recepire ispirazioni particolari, da quella letteraria della poetessa Stevie Smith, a quelle musicali come la tradizione roots americana e quella, per la voce, del trombettista Chet Baker. Questo Skitter On Take Off è un album duro e spigoloso, nella sua essenzialità. Solo orecchie non allenate potrebbero considerarlo noioso: è un disco retto prevalentemente da voce e chitarra, forse più giusto dire “toccata” in funzione melodica, con qualche brano in cui sono presenti o quanto mendo si percepiscono percussioni. Per questo motivo i testi sono di grande importanza e sono un pugno nello stomaco. I momenti alti sono l'iniziale e onirica Feast in the Time of Plague, la parte centrale rappresentata dalle più ritmate Dimples e Rips in the Fabric, dalla graffiante Dick Cheney e dalla conclusiva e rarefatta Sewing Machine. Non per tutti, ma non è certo un difetto.
Michele Manzotti
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Feast in the Time of Plague
Unpacking My Suitcase
Dimples
Rips in the Fabric
Society Sue
My New Life
Dick Cheney
Worst Friend
Sewing Machine
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