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SPECIAL

Soweto Entsha
Udderbelly’s Pasture, 19 agosto 2011

Four magic voices from South Africa

Quattro angeli neri, la cui estensione vocale va dal basso profondo alle note in falsetto. E soprattutto che sfoderano un'energia vitale per stupire una platea ipnotizzata da canto e movimenti. I sudafricani Soweto Entsha (nuova Soweto in lingua zulu) sono stati una delle sorprese musicali del Fringe Festival di Edimburgo. I quattro sono a loro modo eredi della grande tradizione vocale del Sudafica, simboleggiata dai Ladysmith Black Mambazo, portati alla notorietà da Paul Simon. Ma c'è anche l'influenza della black music di stampo americano a farsi viva in qualche brano. I Soweto Entsha sono degli idoli in patria, tanto da avere partecipato alla cerimonia di apertura dei mondiali di calcio nel 2010. Nello stesso anno il quartetto, che accompagna la propria musica con movimenti di danza ininterrotti, ha conquistato la scena francese, grazie a una produzione di Oltralpe.
Il loro è un repertorio in zulu e inglese con alcune concessioni a brani famosi, a partire dalla Waka Waka che i Soweto Entsha interpretano dandole un senso di forte autenticità etnica e dalla cover di Rolling in the deep di Adele. Sono però i brani in zulu, o comunque quelli che ne riprendono lo spirito e il ritmo, a mostrare in modo inequivocabile la loro forza perché proprio il binomio canto-danza è il loro asso nella manica. Quindi sottolineiamo l'hit Come to Africa, I believe, ma soprattutto Mama, Dimoni, Khawulaza, reperibili anche sull'album ma che non possono essere apprezzati in pieno senza la parte visiva. Uno spettacolo da non perdere, che speriamo possa arrivare anche in Italia.

Michele Manzotti

Special Fringe Festival 2011

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