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“SIATE I BENVENUTI NELLA VITA ETERNA, AMICI MIEI”

Michel Houellebecq - La possibilità di un’isola
Bompiani, 2005
www.houellebecq.info



Il quinto attesissimo romanzo di Michel Houellebecq è appena arrivato in traduzione italiana. La possiblità di un’isola è la storia di Daniel1, umorista di successo che coltiva l’odio per se’ e per gli altri ed è angosciato dal compiersi degli anni (la bellezza e la gioia del sesso ad un passo dallo sfiorire), parallelamente ai commentari dei suoi due cloni Daniel24 e Daniel25, che tre secoli più tardi rivisitano la vita del loro progenitore (lui frequentava la setta degli élohim, ricercatori sul DNA e la clonazione…). Come dire che in questo libro l’immortalità offerta dalla scienza e il sesso ci salvano dalla pochezza del quotidiano, dalla fine della civilizzazione umana. Come dire che Michel Houellebecq colpisce ancora e in più sensi.
Uscito per la francese Fayard alla fine di agosto e apparso nei quindici giorni seguenti in una trentina di paesi, La possibilità di un’isola si presenta subito come un caso editoriale che divide la critica e accende il consenso del pubblico. Una sapiente strategia di marketing e una promozione mediatica costruita ad arte (il segreto sull’opera sciolto dallo stesso Houellebecq in diretta al tg del primo canale francese) hanno preparato l’evento della novella stagione letteraria. Mentre le copie vanno a ruba, i critici siglano la via europea al postmoderno o una cinica povertà letteraria.
Gli aggettivi si sprecano quando si parla del quarantasettenne scrittore francese, anche per questo nuovo lavoro in cui ci consegna ulteriormente la sua visione del mondo. È provocatorio e ironico, impietoso e apocalittico, misogino e misantropo, amaramente disilluso e clinicamente depresso. Sul non-amore per la vita ha costruito la sua poetica, senza nascondersi dietro bugie di comodo. Allora è anche un autentico scrittore realista, dove per realismo si intenda la descrizione senza artifici,senza prestesti. Sì, perché La possibilità di un’isola si può leggere come una cronaca dei nostri giorni presenti e di quelli futuri, per quanto sinistri e scandalosi : la parte del protagonista è consegnata alle tecnoscienze e alle manipolazioni genetiche inserite nel contesto della morte delle grandi religioni. Il paesaggio ultimo è davvero desolante, reso però vivibile – come dichiara lo stesso Houellebecq – da uno humour che “lubrifica tutto”. C’è da credergli, anche al prezzo di sconfinare talvolta nel regno del kitsch più raffazzonato. Ai prossimi lettori, al loro silenzio o alla loro complicità di moderni infelici osservatori, l’ennesima sentenza… “non desidero tenervi fuori da questo libro; voi siete, vivi o morti, dei lettori. Ciò avviene al di fuori di me, e desidero che ciò avvenga così, nel silenzio.”

Elisabetta Beneforti

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