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Jeffrey Halford and The Healers - Broken Chord
(Shoeless Records)
www.jeffreyhalford.com
www.sonic.nl

Jeffrey Halford is one of most talented songwriter and guitar player in Bay Area roots scene. His new album, Broken Chords, features great songs, influenced by blues, rock, rockabilly, blue collar and folk, and some guest musician like Augie Meyers.

Abbiamo già parlato di Jeffrey Halford e dei suoi Healers, quando recensimmo l’ottimo Railbirds, e già allora non mancammo di elogiare tutte le sue doti chitarristiche, questa volta ci troviamo di fronte ad un suo nuovo album, Broken Chord, che diversamente mette in luce le sue doti di cantautore. Jeffrey Halford, è attualmente uno dei più apprezzati chitarristi della Bay Area, e non è un caso che al suo fianco, ormai quasi stabilmente, ci sia Augie Meyers, uno pezzi da novanta della musica americana che con il suo organo ha condito anche i dischi di Bob Dylan. Broken Chord, sesto album della carriera di Halford, è stato inciso con gli immancabili Healers (Rich Goldstein alle chitarre, Paul Olguin al basso e Jim Norris dietro i tamburi), e con la partecipazione di Augie Meyers (piano e hammond), Bruce Kaphan (chitarre e produzione), Jellyroll Johnson (armonica), John R. Burr (piano) e Skip Edwards (organo). La prima differenza che salta all’occhio rispetto al disco precedente, è che Broken Chord mira a valorizzare le canzoni più che lo stile chitarristico, presentando parti strumentali essenziali ma allo stesso tempo molto efficaci. Allo stesso modo le sonorità tendono a spaziare di più rispetto al rock blues del passato, attraversando tutta la roots music dal country-rock alla border song passando per il southern rock e il Memphis Blues. In questo fondamentale è stato l’apporto di Bruce Kaphan alla produzione, che è riuscito a trovare le sfumature più adatte ai vari brani ma soprattutto a valorizzare la voce di Halford, che ora appare più matura, quasi ci trovassimo di fronte ad uno storyteller consumato. Durante l’ascolto si apprezza tutto il lavoro svolto da Halford sui brani più cantautorali, come dimostrano 10 Minutes e Two King ma soprattutto Katrina (in cui brilla l’armonica di Jellyroll Johnson), di gran lunga il miglior brano del disco con la sua velenosa polemica antigovernativa sul ritardo nei soccorsi durante l’uragano Katrina (and a government that had no shame/ waiting on a rescue that never came). Spaccati di roots music emergono in Ninth Ward, dove Halford fa sfoggio delle sue doti chitarristiche alla slide, ma anche i sofferti blues notturni Dead Man's Hand e Chicken Bones Jones, che strizzano l’occhio al jazz. Completano il quadro la border ballad In A Dream, dove la chitarra di Halford duetta con l’organo di Augie Meyers, e le travolgenti divagazioni rock’n’roll di Rock'n'Fire, Running Crazy e Rockabilly Bride (quest’ultima con lo zampino di Skip Edwards e John R. Burr). Jeffrey Halford, è da considerarsi non più come una delle tante promesse dell’American music ma piuttosto come una delle realtà più interessanti.

Salvatore Esposito

Track List

1. Dead Man's Hand
2. Ninth Ward
3. Rock 'n' Fire
4. Louisiana Man
5. Chicken Bones Jones
6. Running Crazy
7. 10 Minutes
8. In a Dream
9. Rockabilly Bride
10. Two Kings

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