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INTERVIEW

Intervista a Sean Taylor

Il giovane chitarrista inglese Sean Taylor, dopo essersi fatto conoscere con l'album precedente, prevalentemente dedicato alla chitarra slide, dal titolo Calcutta Groove, torna con un nuovo album incentrato sulla canzone d'autore vera e propria. Caratterizzato da intense sfumature alla John Martin, il suo nuovo, ottimo lavoro, Walk with Me (leggi la recensione), sta facendo breccia nel cuore della stampa inglese.

Puoi raccontare ai lettori italiani qualcosa sulle tue radici musicali e il modo in cui hai iniziato a dedicarti alla musica?

La prima musica che ho ascoltato è stato il soul della fine degli anni Sessanta e inizio anni Settanta, cantanti come Marvin Gaye e Temptations. Quando ho cominciato a suonare la chitarra mi sono avventurato attraverso molti cantautori e chitarristi come John Martyn e JJ Cale. Ho iniziato a suonare dal vivo nel 2001 e a scrivere canzoni pochi anni prima. Le mie canzoni sono sempre state collegate alla performance dal vivo e il mio suono si è sviluppato attraverso una continua attività live. 

Il brano Slow Dance mi ricorda Neil Young. Young è stato un'influenza per te? C'è qualche altro artista che ha influenzato il tuo modo di scrivere?

Yeah, adoro Neil Young. Quando l'ho visto dal vivo a Glastonbury nel 2009 è stato uno dei concerti più belli della mia vita. C'è così tanta apertura nella sua musica, ha fatto qualsiasi cosa, dalla musica acustica e leggera all'hard rock. E' un genio. 

Con Walk with me sembri muoverti verso una direzione più cantautoriale rispetto al passato. Che ne pensi?

Le canzoni per me sono sempre state la cosa più importante ma su questo album ho un gruppo e un grande produttore, Trevor Hutchinson. Lui ha accresciuto il mio sound e se vuoi reso più grandi le canzoni. Quello che già facevo già  prima è enfatizzato e migliorato.

Non sei solo un bravo autore, ma anche un bravissimo chitarrista, come hai mostrato soprattutto nel tuo disco precedente. La chitarra rimane per te un elemento importante della tua esperienza artistica?

Grazie, si la chitarra è importante anche se negli ultimi anni ho scoperto che il pianoforte ha una grande influenza sul mio modo di scrivere e quindi la chitarra è solo una parte di ciò che sto facendo adesso.

Com'è che hai deciso di basare il brano Love Hate On su parole di Shakespeare?

Ho avuto riff e melodia in testa per cinque o sei anni e non riuscivo a trovare le parole giuste. Poi mi sono imbattuto in un sonetto di Shakespeare e ci stava perfettamente. Il ritornello “Love Hate On” è un verso perfetto.

Com'è la scena a Londra, la città in cui vivi? Hai trovato difficile farsi strada come artista indipendente?

Si è molto difficile, specialmente se sei diverso dal resto. Nella musica  mainstream c'è mancanza di diversità. Però c'è anche dell'ottima musica in giro nella scena blues e folk

Walk With Me sta ottenendo ottime recensioni da voci diverse che vanno da Uncut alla BBC. Senti che qualcosa sta cambiando attorno a te?

Sì, mi sono accorto che nell'ultimo anno i concerti stanno diventando sempre migliori e di più alto livello e la risposta alla mia musica è stata fantastica. E' un lavoro duro ma questo album è un grande passo avanti per me. Ho trascorso una bellissima estate in cui ho tenuto concerti importanti come il Cambridge Folk Festival e calcato molti altri palchi nazionali. 

Quali sono i tuoi progetti nei prossimi mesi?

Come sempre ho un calendario di concerti molto fitto. Recentemente sono stato ad un festival in Irlanda e ho concerti fissati già per buona parte del prossimo anni. Mi auguro solo di continuare a crescere, come musicista e come autore. 

Giulia Nuti


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