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INTERVIEW

Intervista agli Still Flyin'
Still Flyin' e l'utopia di una canzone infinita da cantare in giro per il mondo

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È quasi riduttivo parlare degli Still Flyin' come una band di San Francisco. L'idea che sta alla base di questo collettivo indie pop di musicisti è quello di muoversi sulle stesse coordinate corali di band twee come "I'm From Barcelona" e "Billie The Vision and The Dancer​" portando il progetto musicale in orbita su scala planetaria. Dopo essersi tasferito da Athens a San Francisco, l'obiettivo di Sean Rawls è stato quello di potere contare su musicisti da ogni parte del mondo per riuscire proporre i suoi brani in ogni parte del globo, in una sorta di jam sesison infinita. È così che la versione allargata della band ha pian piano inglobato membri ufficiali illustri come Josephine Olausson dei Love is All, Mark Monnone dei Lucksmith, Isobel Knowles degli Architecture in Helsinki e alcuni componenti degli Aisler Set. La band sta per tornare in Italia per promuovere l'EP rilasciato dall'Italiana We Were Never Being Boring, mentre ho avuto occasione di intervistare Sean in seguito alla collaborazione a "U.N.DISCO", compilation realizzata per KinGem Records.

Mark Zonda: Sean, com'è nato il progetto Still Flyin'?

Sean Rawl: Come uno scherzo. Avevo una band quando vivevo ad Athens, in Georgia. Si chiamavano Je Suis France. Ho scritto una stupidissima canzone reggae per loro e me ne sono andato a San Francisco, ma la canzone continuava a ronzarmi per la testa, così ho fondato una band reggae immaginaria per poterla suonare. E' finita che ci siamo divertiti sempre di più e la band è diventata reale! Le canzoni nuove non hanno più niente a che vedere con il reggae, ma continuiamo a proporre ugualmente i pezzi storici in chiave rivisitata.

Mark Zonda: E come ci siete finiti in Italia?

Sean Rawl: Un anno fa ci è capitato di suonare ad Amburgo con una band italiana chiamata The Calorifer is Very Hoy. Samuele, uno di loro, si occupa di booking e ci ha chiesto di venire in Italia. E allora abbiamo accettato! Facile, no? Ci siamo proprio divertiti in Italia, e ora stiamo per ritornare! Non vedo l'ora!

Mark Zonda: Chi sono i membri preferiti del tuo World Team?

Sean Rawl: Beh, dai! Non posso proprio decidere! Sono tutti molto in gamba!

Mark Zonda: Una delle mie canzoni preferite del vostro repertorio è "Good Thing It's A Ghostown Around Here". Il video è veramente molto carino. Com' è nata questa canzone?

Sean Rawl: La canzone parla di hungover causati da un brusco ritorno al lavoro. Avevamo suonato la notte precedente, e non riesco a fare a meno di dare tutto me stesso durante gli spettacoli. Chiaro che il giorno dopo, a lavoro, mi sento una cacchetta. Una fortuna che fosse il giorno prima della Festa del Ringraziamento, e l'ufficio era... completamente deserto! In questo modo ho potuto semplicemente appoggiare la testa sulla scrivania e non fare nulla tutto il giorno. E' così che ho cominciato a canticchiare "Una fortuna che sia completamente deserto qui intorno". Così ho cominciato a scrivere un testo basato su qualcuno che ci aveva dato troppo dentro durante un concerto la notte prima e aveva difficoltà a stare sveglio il giorno dopo a lavoro. Solo fatti veri! E' di questo che scrivo.

Mark Zonda: Ma chi si nasconde dietro al pupazzone gigante nel video?

Sean Rawl: Penso Big Lord, il sassofonista e suonatore di vibrafono. Il video aveva per tema Halloween, e il regista affidò il compito a ciascuno di noi di scegliersi un costume adeguato... e così lui ha realizzato quel costume da pupazzo bizzarro.

Mark Zonda: E' stato divertente girare il video?

Sean Rawl: Assolutamente! Ho sentito delle storie completamente fuori di testa. Sfortunatamente ero impegnato anche con la registrazione dell'album, quindi non sono rimasto tutto il tempo nello studio dove lo stavano girando. Sono arrivato lì solo molto tardi per girare le mie parti, quando tutti gli altri componenti della band avevano già ripreso le loro. Nel video faccio il vampiro, ma mi sono perso gran parte di tutto il resto.

Mark Zonda: Sean, qual'è stato il momento più imbarazzante della tua carriera oltre ad essere circondato da stupidi ragazzini in un ristorante italiano mentre delle bmx si impennavano tra i tavoli prima del vostro concerto? E che cavolo ci faceva Josephin Olausson tra il pubblico?

Sean Rawl: Ah!Ah!Ah! Che domanda divertente! E' vero! Siamo stati propri presi alla sprovvista da quello spettacolo, ma in modo positivo! La cena era spettacolare, almeno per i nostri standard, poi l'assurda dimostrazione di BMX seguita da un'improponibile sfilata di moda, il nostro spettacolo, e poi la serata discoteca. Che cosa veramente assurda. Ma ci siamo divertiti! Josephine è la mogli del nostro chitarrista, ci ha seguito per occuparsi del merchandise. Nel tour successivo ha perfino suonato! Era uno dei primi membri della band. Ci sto provando a ricordare a spettacoli più assurdi di quello di Cesenatico... ma non ci riesco proprio... Mmmm... sì! Quel posto che si chiamava "La Puzza" a Los Angeles. E' un leggendario posto DIY per punk di tutte le età, e hanno un cartello alla porta con su scritto "Impara a fare il tecnico del suono. DIVENTA DEI NOSTRI!". Così il nostro tecnico del suono era un moccioso di 16 anni, che non aveva la più pallida idea di cosa stesse facendo. Poverino... ci provava, ma così tanti elementi sul palco sono difficili da gestire, ed suonare per noi era diventato un inferno! Penso che avessimo i monitor e gli speaker PA invertiti, così il basso e la batteria venivano fuori dai nostri monitor a volumi spropositati, e probabilmente le nostre voci erano le uniche cose che si sentivano dalle casse rivolte verso il pubblico. Un vero e proprio bagno di sangue e una sfida persino pensare di rimanere sul palco per tutte le canzoni.

Mark Zonda: Sean, mi puoi dire nulla dei tuoi amici di Nitelife USA? So che hanno partecipato ad un progetto legato ad una sorta di revival Italo Disco...

Sean Rawl: I Nitelife USA sono la migliore band che conosca! Peno che siano Italiani, ma non ci giurerei. Suonavamo a Carpi, e ad un certo punto, dopo lo show, siamo stati avvicinati da un tipo con la giacca di pelle e dei capelli lunghissimi impomatati di gel. Ci ha allungato una cassetta. C'era questa canzone: "Camoflage Detection". Quando gli abbiamo detto che non avevamo un lettore di cassette nel van, ci ha regalato la sua boombox. Non abbiamo sentito altro per tutto il tour. Quella canzone era incredibilmente buona!

Mark Zonda


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