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LIVE


Natalie Merchant - Leave Your Sleep Live
Hammersmith Apollo, London May 22nd, 2010


Dal suo ultimo album, del 2003, a Leave Your Sleep, orgoglioso urlo di risposta alla mediocrità della musica e della ricerca che spesso - digitalmente - le gira intorno, Natalie Merchant ne ha fatta di strada.
Sul palcoscenico dell’Hammersmith Apollo di Londra, in quasi perfetta semi solitudine (due chitarre, violoncello, le immagine scelte per spiegare il nuovo disco) la 46enne artista del New Englad racconta l’avventura di un album complicato ma affascinante, una raccolta di poesie per bambini musicate, certamente ispirate dalla figlia di Natalie alla quale, la Merchant confessa pubblicamente, vorrebbe insegnare che “Il mondo è un solo”.
La ex cantante di 10.000 Maniacs afferma di essere rimasta affascinata dall’evoluzione del rapporto con la nascita per come si è sviluppato nei secoli. Il rischio dal vivo - come lei stessa asserisce a denti stretti - era “aver a che fare solo con artisti deceduti“ e la elegante performer si produrrà nel corso dello spettacolo in approfondite analisi di ogni singolo brano eseguito con estrema gioia del teatro, tutto esaurito in ordine di posti, silenzioso e composto.
Raccontare di Robert Louis Stevenson e di EE Cummings non era certo cosa semplice tanto più che l’album Leave Your Sleep, realizzato con un cast di oltre cento musicisti, veniva riportato dal vivo solo in quattro.

L’aria seria da maestrina che la Merchant, perfettamente calata nel suo taieur nero, restituiva all’andamento dello show con austerità, veniva qui e lì spezzata solo dall’abbandono nella danza lì dove Natalie riteneva ce ne fosse bisogno.
La voce cristallina della cantante/ricercatrice restituiva l’epoca dell’innocenza al pubblico in sala; dalle esperienze gioiose e ilari di Edward Lear alla disillusione espressa in Nursery Rhymes of Innocence and Experience di Charles Causley, per 65 minuti la Merchant ha incantato la platea londinese. Finale con i successi di sempre (Mother Land, Tell Yourself) quasi a scaricare la tensione emotivamente affettuosa della presentazione di una opera complessa e meritoria che pone Natalie Merchant un gradino sopra le semplici folksinger del duemila e apre a lei tante possibilità in ambiti oltre dalla musica.

Ernesto de Pascale


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