. Rick Moody – Cercasi batterista,chiamare Alice
LIBRI
My Generation
madeleine peyroux Rick Moody – Cercasi batterista, chiamare Alice
Minimum Fax - 2006
13 euro
www.minimumfax.it

Alice porta lo smalto nero alle unghie e calze a rete sotto una gonna di jeans strappata. Alice vive in un sobborgo del new Jersey e cerca in qualche modo di tener su la sua rock band – i ‘Critical Ma$$’ – nello stesso modo in cui prova a tener su la propria vita. Non si risparmia sesso e disordine a ‘feste rock con i controcazzi’ ne’ ogni situazione in cui confondersi e stonarsi,tanto va da se’ che i giorni seguono il loro avvicendamento lento e precario. Alice come gli amici Dennis, Lane, Scarlett e Max portano avanti esistenze sempre ad un passo dal no-return, vite di provincia inevitabilmente sospese fra volo e caduta quanto minate da turbolenze postadolescenziali e degrado sociale. La ricerca di un percorso personale e di uno stabile mondo di affetti non riserva facili appigli consolatori per questi ventenni,cosicché imboccare una strada o un’altra sembra essere solo una fottuta coincidenza. Forse abitare a poco più di un’ora da New York o riprendersi miracolosamente sull’orlo del niente. Questo Cercasi batterista, chiamare Alice di Rick Moody si legge come una sorta di educazione sentimentale, specchio e contraltare dell’apprendistato di vita e di scrittura che Moody stesso ha compiuto nel New Jersey (Garden State, titolo originale del romanzo uscito nel 1992, altro non è che il nick name di questo stato).

Alla sua uscita Garden state valse a Rick Moody l’immediata attenzione di pubblico e critica nonché il Pushcart Prize. Nonostante sia stato indicato in differenti contesti come “il giovane scrittore di fiction più cool d’America” e pure “il peggiore scrittore della sua generazione”, senza dubbio Moody rimane una delle voci più interessanti fra gli ultimi americani e il suo percorso di scrittura originale e convincente. Come si confermerà nelle opere successive (pensiamo a Demonology o a Rosso americano) già nell’esordio di Cercasi batterista, chiamare Alice Rick Moody è lo straordinario fotografo degli States odierni, delle trame invisibili in situazioni umane e nei paraggi metropolitani. Capire gli affetti per stabilire alla fine dei legami, superare fobie e distruzioni familiari per costruire nuovi periodi di vita.
Nella scrittura di Moody sogni tossici e spirito dei tempi si fondono indissolubilmente, desolante o nuovo punto di partenza che sia l’immagine conclusiva. Come per Alice e Lane che alla fine sono almeno capaci di alzare gli occhi e di guardare ciò che possono avere davanti.

Allora Cercasi batterista è un lavoro di esordio assolutamente imperdibile anche a ‘posteriori’, e soprattutto per il ritmo con cui Moody ha costruito la sua scrittura. Apre il volume un’introduzione che vale da sola l’intero libro, dove Rick Moody ci racconta più che la genesi del romanzo l’insieme di echi e suggestioni musicali (talvolta vere e proprie ossessioni) che ne hanno accompagnato la stesura. Dai Feelies ai Yo La Tengo,da Astral Weeks a New day rising…senza dimenticare che Moody ha un suo gruppo indie-rock (i ‘Wingdale community singer’) con i quali ha anche inciso un album.La musica insomma ha scandito la sua ‘giovanile sensibilità irrequieta’ come gli ha insegnato ‘il suono che dovrebbe avere la prosa’.

Cercasi batterista è la cronaca di un periodo e al tempo stesso la sua conclusione. Alla fine della stesura Rick Moody lascia Hoboken e il new Jersey per approdare a Brooklyn dove attualmente vive e lavora – il suo ultimo lavoro The diviners è uscito per Faber & Faber all’inizio dell’anno. Nel lungometraggio di Giorgio Carella “Il lato sbagliato del ponte” (una coproduzione Minimum Fax Media e Lucky Red, presentata ai festival di Mantova e di Milano) Rick Moody si racconta come cittadino di Brooklyn, ormai diventato negli ultimi anni il quartiere d’adozione per molti artisti e scrittori. Come suoi compagni di strada troviamo gli scrittori Jonathan Lethem, Colson Whitehead e Shelley Jackson : vivere a Brooklyn significa essere contigui alle suggestioni elettriche di Manhattan,ma al tempo stesso essere distanti dagli imput pressanti della sua cultura dominante.Dalla periferia del ‘Garden state’ a quella al di là del ponte,Rick Moody continua a raccontare cadute e riprese di un’intera generazione.

Elisabetta Beneforti

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