. Maria Muldaur - Heart of Mine, Maria Muldaur sings Love Songs of Bob Dylan
madeleine peyroux Maria Muldaur - Heart of Mine, Maria Muldaur sings Love Songs of Bob Dylan
(Telarc)
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From Maria to Bob, with love

Maria D’Amato in Muldaur conosce Bob Dylan da tempi non sospetti e, non a caso, nel documentario “No Direction Home “ è una delle poche voci femminili alla quale è permesso accedere allo sfaccettato mondo di Bob. Dagli anni dell’esordio, del Gaslight, dl Greenwich Village e del Newport Folk festival la sua figura si è sempre diversificata da quella delle sue coetanee quali Joan Baez e della sorella Mimi Farina. Oggi, dalla sua fattoria californiana, attraversa in un disco solo alcune delle più belle e intense pagine delle love songs dilaniane con la confidenza e la dolcezza di un ex amante, se mai lo fu. A Bob questo “Heart of mine “ piacerebbe e non si esclude la benedizione: l’approccio è contemporaneo e il suono dei musicisti che circondano Maria guarda al presente e non alla mera reinterpretazione come nella eccellente versione di “ Golden Loom “. Talenti come il chitarrista Dany Caron – ultimo accompagnatore del non dimenticato Charles brown – o il violinista Richard Greene, già nella tarda versione della Jim Kweskin Jug Band, il gruppo con cui Maria esordì insieme al marito Geoff, o ancora il chitarrista Amos Garrett aumentano il quartetto base che accompagna la Muldaur. La cantante sottolinea che il tono e la capacità di scrivere d’amore di Bob Dylan non si è mai assottigliata e che “ You make me fel my love” ( da “Time out of mind” )potrebbe essere considerata a buona ragione la definitiva canzone d’amore di sempre. Ipotesi da considerare, a pensarci bene. Passioni, seduzionei, misticismo, tristezze e gioie attraversano le grandi canzoni d’amore di Dylan. Maria Muldaur ha saputo vestirne 12 di un proprio abito,con un paio di perle qui e lì come “ Wedding song” e la trasandata “i’ll be your baby tonight”, e ha dato a queste la personalità e la classe che la cantante si porta appresso dagli anni del suo più grande successo, “Midnight at The Oasis”, trasformando un’opera sulla carta scontata e rischiosa in una felice raccolta da conservare tra i migliori dischi dedicati al menestrello di Doluth.

Ernesto de Pascale

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