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Filo diretto con Rufus Wainwright

Rufus Wainwright ha scoperto Mina. Me lo comunica entusiasticamente durante la nostra intervista a ridosso della sue apparizioni italiane di spalla a Sting e il suo entusiasmo pare sincero. Lo incalzo subito a proposito di grandi voci, visto che lui è l’ultimo in una lunga serie di grandi americani, e per entrare nel vivo della nostra conversazione, e saperne subito, gli chiedo della recente collaborazione con Hal Willner per il nuovo progetto dedicato a Leonard Cohen, recentemente presentato dal vivo in Inghilterra.

”Cohen è da sempre una delle mie grandi ispirazioni, è il più drammatico dei cantautori e degli interpreti in genere, per non parlare della sua scrittura cantautorale, e ha una qualità vocale che lo differenzia da tutti. il concerto di Brighton( da cui verrà tratto un cd e un dvd) mi ha permesso di dividere il palcoscenico con artisti come Nick Cave e Linda Thompson ed è stato per me un onore. Leonard non c’era ma Hal ( Wilmer, il produttore) mi ha poi telefonato dicendomi che Leonard da Los Angeles mandava la sua benedizione sulle mie interpretazioni! Wow!!”.
Rufus Wainwright, poco più che venticinquenne, ha già uno degli stili vocali meglio riconoscibili del nuovo cantautorato statunitense, segno che il testimone è stato passato, attraverso il padre Loudon e la madre McGarrigle, in una famiglia dove non si è fatto altro che cantare. “ Esatto! – esclama lui – e nessuno di noi figli è stato mai costretto in una direzione piuttosto che un’altra. Abbiamo sviluppato quello che l’ambiente ci dava, siamo partiti con l’hotennay e siamo finiti con il karaoke!”.

Da questa giovinezza così sfaccettata –e Rufus ha una personalità mooolto sfaccettata!- sono usciti fuori tre dischi uno più bello e maturo dell’altro il cui ultimo, “Want one”, prima metà di un unico progetto, ha suscitato un interesse diffuso e ha lasciato tutti sorpresi anche oltreoceano dove troppe buone cose passano inosservate per essere poi recuperate in Europa. Per l’alta qualità di scrittura che, unitamente a una orchestrale, rimandava a nomi quali Brian Wilson, Van Dyke Parks o Jimmy Webb si sono scomodati i migliori nomi della critica internazionale. Rufus tenta però di abbassarmi il tiro” Difficile raggiungere quei livelli – dice quasi sottovoce – cerco un produttore, a dire il vero, e lo cerco più di ogni altra cosa. L’opportunità di lavorare con una orchestra è affascinante ma poi si rischia di lasciar indietro altre sfumature. E scrivere una buona canzone non è una sfumatura!…per me non è facile, a volte ci metto mesi a scrivere il testo che ho in mente”.
Ecco perché allora il seguito, “Want two”, non è stato ancora portato a termine . “ Mi sono voluto muovere – spiega - in maniera che i riscontri di “want one” potessero essere per me una cornice a questo secondo volume del progetto. Adesso, che sono a conclusione del primo ciclo, sono pronto a tornare in studio e ho anche capito tanto in più, soprattutto adesso che al termine del mio giro europeo ho visto tutta questa attenzione e partecipazione nei miei confronti!”.

Sulla scia dei molti impegni degli ultimi mesi Rufus promette l’album “Want two” prima della fine del 2004. “Oggi scomparire è un attimo; io, anzi, devo ritenermi fortunato. Oltre alla musica inizio ad avere una piccolissima carriera anche nel cinema “. Così entusiasticamente si esprime su quel media “ se fare dei piccoli cammeo mi potessero portare a scrivere una colonna sonora avrei coronato il mio sogno!: pensa a Leonard Newman ( zio di Randy ) o a Ennio Morricone. Quando sono stato all’Arena di Verona avevo ancora in mente il dvd del concerto di Morricone con orchestra e coro realizzato lì, e mi sono emozionato tantissimo..:”

Wainwright è consapevole però che la strada che ha in mente, chiara e segnata da tappe scandite, dovrà fare i conti con la pochezza generale. “ Sono molto preoccupato dallo stato delle cose: il mondo ma più che il mondo, la gente che lo popola si è rassegnata da qualche anno ad accettare offerte qualitativamente basse e non ragione in scala. Ed è tutto un ricostruire ciò che il tempo travolge. Pensa al tributo a Cohen. In un mondo equo che bisogno c’è di accendere un riflettore su un genio; egli brilla di luce propria. Ma il problema è che i centri del potere hanno staccato la corrente”. Wainwright, come il padre fervente attivista politico, scherza ben poco su questi temi. “ Bush deve tornare a casa e i musicisti devono essere consapevoli del male che sta facendo all’arte americana e mondiale in generale ecco perché sulla copertina di “want one “ vesto un’armatura medioevale. Siamo tornati indietro nel tempo, è un periodo di oscurantismo e volevo rappresentarlo visivamente affinché le canzoni dentro quel disco fossero in netto contrasto con la copertina”. Eppure Rufus, le parole mal lo celano, ravvede anche in questi concetti così seri un tono lieve che bilancia, in fin dei conti, anche la sua musica. “ Pensa all’opera lirica. Che potenza pop che ha, che “ganci” nei suoi temi!, storie così drammatiche restituite con arie lievi e contrasti orchestrali. Orchestre di qualità dirette da maestri che sono delle star! E poi mai una nota fuori posto e un cast di caratteri minori sul palco da fare impallidire “Gangs of New York”!: Ma dimmi, piuttosto, Mina ha mai cantato un’opera lirica?”

Ernesto de Pascale



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