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Paul Brady - Say What You Feel
(Compass Records/I.R.D.)
www.paulbrady.com



Say What You Feel is Paul Brady's eighth proper studio album in 24 years. This is a quiet and intimate album with a lot of folk-pop songs that can be truly relaxing after a long day of work.

Prima con i Johnstons e poi da solista, l’irish songwriter Paul Brady si è costruito nel corso di un quarantennio una strepitosa carriera iniziata dal folk e sfociata nella svolta rock dello splendido Hard Station del 1981. Da allora la sua carriera è stata costellata più da collaborazioni (Tina Turner, Bonnie Raitt, e David Crosby su tutte) che da album propri e probabilmente per questo non sarà particolarmente molto noto da queste parti. Tuttavia anche Bob Dylan ha espresso il suo apprezzamento per il suo songwriting arrivando a considerarlo un “Secret Hero” nelle liner notes di Biograph. La caratteristica peculiare di Brady è quella di riuscire a fondere folk e pop in uno stile elegante e raffinato e questo è senza dubbio anche il punto di forza del suo nuovo album Say What You Feel co-prodotto con Garry West con il mai celato scopo di rilanciarsi dal punto di vista commerciale in tutto il mondo. Al fianco di Brady troviamo una nutrita schiera di ottimi musicisti tra cui spiccano Danny Thompson, John R. Burr, Steve Conn, Gerry O’Beirne, Viktor Krauss, Garry West, Byron House e Bonnie Raitt. La prima cosa che viene in rilievo durante l’ascolto è la pulizia del suono dove la chitarra acustica guida in modo pacato tutti i brani fondendosi alla perfezione con la calda voce di Paul e sposandosi dolcemente con i testi molto romantici. Il disco si muove così tra trame folk e spunti pop con spruzzate di soul alla Sam Cooke come nel caso di Doin’ it in the dark fino a spaccati di west-coast come Sail, Sail On. Tra i brani più riusciti però vale la pena segnalare l’iniziale Smile, la title track e la dolcissima Beyond The Reach Of Love in cui Paul offre un’ ottima prova vocale. Un disco assolutamente consigliato a tutti coloro che apprezzano il folk di matrice inglese incrociato con il sound americano.

Salvatore Esposito

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