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The Arcade Fire
Ep
(autoprodotto)
Funeral
(Merge Records/Rough Trade)
www.arcadefire.net
www.arcadefire.com



The first self-produced EP and the fantastic debut album by the Canadian alternative band Arcade Fire, one of the revelation on the year. Funeral seems to be among the most interesting release of 2005

Il loro album più recente, che è anche il primo album ufficiale, si chiama Funeral, e il titolo deriva dal fatto che durante le registrazioni del disco un sacco di parenti dei coniugi Win Butler & Regine Chassagne, cuore e anima degli Arcade Fire, sono deceduti. Pare che l’atmosfera creatasi abbia ispirato alcuni dei titoli più sobri dell’album, così che il titolo si è voluto dedicare proprio alla catena funesta di eventi. Ci vuole tanta ironia, ma ci vuole anche un bel coraggio per chiamare un disco di debutto “funerale” ! E per di più perché ti sono morti i parenti…
Gli Arcade Fire, però, sono fatti così. La premessa è calzante. Vengono dal Canada, e sono una specie di riunione di famiglia dal momento che oltre ai coniugi Butler, nel gruppo figura anche Will, fratello di Win. Per sfuggire al gelido inverno del 2004, si sono stretti in casa e in studio per registrare quello che fino ad adesso si è rivelato uno degli album più interessanti del 2005.
Funeral non è però il primo esperimento discografico della band. Alle sue spalle c’è un EP autoprodotto, recentemente ristampato nel momento in cui la band ha accresciuto la sua popolarità, in cui figurano la bellezza di sette brani originali. La loro musica è una miscela di pop e cantautorato alternativo, eseguito con l’attitudine understated che distingue loro come molti dei protagonisti della nuova scena alternativa americana. Già sull’EP, dal quale nessun brano viene riproposto in Funeral, ci sono composizioni efficaci come l’apertura “Old Flame” e “No cars go”. Con una band di tanti strumenti e tanti elementi (sette), canzoni anche semplici acquisiscono una sonorità sempre inconfondibile, che forse è la loro arma principale. Non è la varietà armonica infatti la forza di questo gruppo quanto l’impatto del loro sound, che si spera avremo la possibilità di gustare prima o poi dal vivo anche in Italia ( per emergere, oltretutto, gli Arcade Fire sono una band che si è data un bel po’ da fare suonando dal vivo, dai piccoli club ai Festival).
In Funeral è proprio il sound l’aspetto che maggiormente viene sviluppato. Si avverte un miglioramento nella produzione e nella registrazione, gli arrangiamenti sono enormemente più a fuoco, nella scelta e scrittura dei brani c’è una maggiore consapevolezza. Una manciata di canzoni inedite, insomma, per il salto di qualità necessario per proporsi ad un pubblico più vasto. Testi sia in Francese che in Inglese, alcuni più impegnati ( Haiti ) e alcuni più scanzonati, titoli imprevedibili ( quattro volte Neighborhood ) e molta, moltissima creatività. Il gruppo ha suonato in importanti festival e a fianco di importanti nomi internazionali nell’ultimo anno, conquistando grande stima nella scena alternativa americana, e ha le carte in regola per andare ancora lontano. Recentemente ha partecipato all’incisione della canzone per beneficenza “Do they know it’s Halloween?”, presa in giro della più celebre “Do they Know It’s Christmas?”, destinata alla raccolta fondi per l’Unicef ( info su www.arcadefire.net).
Il gruppo ci piace e fan ben sperare perché si va a sommare alle nuove forze della scena alternativa internazionale (Six organs of admittance, Bright Eyes, Joanna Newsom e molti altri), capaci di fare musica di risonanza internazionale ma con grande ironia, libertà espressiva e svincolata – almeno in parte – dalle leggi di mercato. Quasi eredi di una vecchia scuola e di un modo antico di fare musica di cui oggi si piange spesso, per dirla con un gioco di parole, il funerale. In fondo le inversioni di tendenza sono proprie di tutte le mode. Speriamo che questa sia la volta buona


Giulia Nuti

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