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Prince… patrimonio dell'umanità
Prince live in Monaco

Monaco s’illumina di immenso; ed è proprio questa citazione ungarettiana la sintesi di una serata, illuminata dall’ immensità di un grande uomo, un grande talento, un clandestino della musica, che nell’ ombra di una sua invalicabile riservatezza sta stravolgendo tutte le regole del mercato denunciando da anni meccanismi marci e contorti. Tutti devono qualcosa a lui, e lui probabilmente deve molto a Dio o a Jeovah il suo ultimo credo; ma qualunque sia questo suo credo, in qualsiasi modo lo vogliamo nominare è sicuro che ci troviamo davanti a un prodigio, una profusione del volere celeste. Come fu scritto tempo fa se in cielo Dio ascolta musica sicuramente è quella di questa serata. Dio è funky,Dio è jazz, Dio è rock, ma soprattutto Dio è musica e Prince ne è il suo messaggero in terra. A un mese di distanza dalla morte Michael Jakcson siamo ancora a chiederci se mangiasse demerol a colazione o se qualcuno per qualche assurdo motivo lo volesse morto; ancora a chiedersi se fosse il ballerino più bravo al mondo, o se fosse un genio della musica. Chiunque fosse presente stasera, avrebbe avuto dei seri problemi nel definire un genio MJ, che senza dubbio il robottino lo faceva bene, ma che se gli togliamo questo, poco rimaneva. D’ altra parte anche MJ andava a vedere in gran segreto Prince per cercare di capire come si può essere così longevi musicalmente, senza far finta di ciucciarsi il dito pollice. Ma il povero Mj sapeva che la bravura non è nel fare una dozzina di canzoni e scalare le classifiche per essere geniali, per esserlo bisogna essere intellettualmente onesti come questo cittadino di Minneapolis, un anonima città del Minnesota famosa per il freddo invernale e da quasi 30 anni illuminata da questo musicista. Biglietti venduti in pochi minuti, due concerti diversi a distanza di poche ore,: non i settantamila degli U2 che per sopperire a delle mancanze di idee devono prostituirsi a macchine volanti sempre più holliwoodiani,concentrati a salvare l’ umanità perché forse aiuta la loro musica; non i cinquantamila di Madonna con coreografie studiate a tavolino dove quello che conta è il conto dei passi da eseguire e non la musica; nessun trono né provocazioni figlie di un mero bussiness; qui solo la musica e un uomo; lui che era stato il re della provocazione che ha insegnato a tutti come farla e che adesso, moderno Willy Wonka, un po’ per religione un po’ per coerenza, ma soprattutto per la sana voglia di voler andare controcorrente e dimostrare al mondo che ogni persona è unica e irripetibile, tratta i temi con gli occhi di un cinquantenne volteggiando tra le note. E’ un cantante per pochi eletti, per tutti quei clandestini che cambiano il mondo senza mettere in piazza la propria vita….. per questo motivo Prince è un patrimonio dell’ umanità come l’ ultima cena di Leonardo da Vinci o i Sassi di Matera e come tale va salvaguardato. Qualcuno dall’ alto lo usa per deliziare serate come questa di Monaco. Ma veniamo alla musica la protagonista di questo spettacolo. Il suo menestrello si scatena nel primo concerto rielaborando le proprie canzoni in versione più jazz; ma è un jazz alla Prince dove si alternano assoli mozzafiato. Tutti i componenti di una band sono superlativi:Ronda Smith al basso, john Blackwell alla batteria ,e Renato Neto alle tastiere. Lui li dirige, ma ne è un complice amico, lascia loro il campo; risultato un vortice di suoni ed energia allo stato puro. Il pubblico stremato dalla fatica salta e si diverte; risponde cantando sulle note di canzoni a volte mai sentite…a volte completamente rielaborate e contestualizzate per la nostra epoca. Prince non si ripete, e lo fa a distanza di due ore. Trent’ anni di carriera sul palco lo rendono un titano della musica. Nel primo show si inerpiga in assoli vocali, come solo lui sa fare. Le hits sono solo “little red corvette”, “the beautiful ones” “nothing compares 2 u “il resto è un ripescare in un catalogo musicale immenso: da lotusflower (ultima fatica..se di fatica si può parlare visto che per Lui la musica è facile facile facile) solo “Crimson and Clover” e “dreamer”. Si finisce con l’ ennesima versione di Purple rain, stravolata sofferta, che lui nonostante tutto, da generoso qual è si impegna a trovarne sempre nuove sfumature. Nel secondo show molti sono i soliti spettatori, perché si sa che Prince non ripete gli spettacoli e nonostante un costo elevato del biglietto ( 200 euro a show ) le persone sono quasi le stesse. Si riparate questa volta, il concerto è più tirato, ma il risultato è il medesimo,musica senza frontiere, note che si stampano all’ impazzo sul corpo magnetico di uno splendido Prince e si trasformano in piacere furioso. Il tempo per permettersi una citazione di “All shock up” di Elvis Presley e di Jimmy Hendrix con “Spanish castle magic”, lui può tutto e li rifa alla perfezione, e osiamo una volta tanto senza aver paura di peccare lo fa anche meglio. Del suo vecchio repertorio “When u were mine”, talmente attuale da far dimenticare che ha quasi trent’ anni, per scivolare nella corale “All the critics love u in Monaco” funky jam di 15 minuti circa dove il pubblico grida Monaco a ritmo incandescente.Anche il principe Alberto balla in balconata. Una serata indimenticabile dove il potere della musica regna sovrano. Come aveva fatto a Montreux, la serata di Monaco è irripetibile…non ci rimane che aspettare l’ ennesimo annuncio a sorpresa sperando che tocchi anche all’ Italia un po’ di questa musica ispirata dal cielo di questo grande uomo.

Il funky architetto Luca Bolognese in arte Mr. Gaut

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