The fascinating history of one of the most important jazz label ever obsessively deatiled, bringing alive a vibrant, electric time in american music

Negli anni sessanta, Impulse records rappresentò il sogno impossibile realizzarsi: una etichetta major devota alle avventure e al futuro del Jazz. Ashley Khan, già artefice degli straordinari libri dedicati a Kind of Blue di Miles Davis e a A Love Supreme di John Coltrane, porta con “The House that Trane
built, the story of Impulse records “a nuova vita le registrazioni storiche, il coraggio di un manipolo – prima piccolo poi sempre più numeroso – di musicisti e di alcuni coraggiosi produttori (prima il solo Creed Taylor, fondatore dell’etichetta, poi Bob Thiele, suo degno prosecutore, negli anni settanti pochi altri, ma tutti straordinari).
E’ un viaggio sull’onda dei ricordi ma, soprattutto delle testimonianze con accesso diretto agli archivi, nelle visioni musicali di un’epoca irripetibile del jazz e nella realtà che quei dischi ci hanno lasciato. Rivive così il bel logo nero-arancio dell’Impulse che Khan fa tornare in vita con la passione e la minuziosità del grande ricercatore, del bravo giornalista ma, non di meno, del vero fan.
La lettura è affascinante e fa venire voglia di possedere ogni singolo disco dell’etichetta – oggi di proprietà Universal, mai defunta – e affronta i molti
aspetti della storia della Impulse.
Circostanze, conseguenze, uomini, missione, metodologia, e - sicuramente la parte più interessante e meno conosciuta della storia - l’industria alle spalle della leggendaria etichetta sono i nodi centrali di questo libro, fondamentale ed illuminante.

Ernesto de Pascale